Sono stati condannati a un anno di carcere per lesioni aggravate i quattro militanti di CasaPound Torino accusati dell’aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joly. Ne dà notizia lo stesso quotidiano piemontese sul proprio sito web. Leggendo gli articoli dei principali quotidiani on line non trovo nessun.commento all’accaduto da parte di CasaPound in merito ai fatti oggetto di questo processo. Eppure l’ufficio stampa di.CasaPound ha diffuso una apposita nota che pubblico volentieri al fine di offrire, ai lettori del blog un altro punto di vista
Casapound esprime la sua ferma indignazione e netta contestazione in merito alla sentenza emessa oggi dal Giudice Luca Barillà, che ha condannato quattro militanti a un anno di reclusione ciascuno per l’aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joly, avvenuta lo scorso 20 luglio 2024.
Riteniamo che questa condanna sia gravemente sproporzionata e iniqua, il risultato di una strumentalizzazione mediatica e politica che ha trasformato un banale episodio di cronaca stradale in un attacco alla libertà di stampa inesistente.
La nostra prima critica riguarda la pena: la condanna a un anno di reclusione per lesioni aggravate è inaccettabile. Gli atti processuali hanno infatti confermato che il giornalista Joly non ha riportato alcun giorno di prognosi, rendendo il verdetto spaventosamente incongruo rispetto all’effettivo danno fisico. A rendere ancor più palese la natura politica di questa sentenza è l’ingiustificato risarcimento economico disposto a favore di Ordini e Associazioni di Stampa (Ordine dei Giornalisti Nazionale e del Piemonte, Associazione Stampa Subalpina e Federazione Stampa Italiana). Tali risarcimenti sono privi di fondamento, considerando che lo stesso Pubblico Ministero (l’Accusa) aveva esplicitamente escluso i presupposti per la costituzione di parte civile di questi enti. Non è mai emerso che i nostri militanti fossero a conoscenza dell’identità professionale di Joly, che peraltro non si era qualificato; pertanto, non si è trattato di un attacco mirato alla stampa, ma di un diverbio tra privati. Siamo convinti che i riconoscimenti degli imputati siano stati sommari e insufficienti. La difesa evidenzia che il processo non ha rispettato il principio del “oltre ogni ragionevole dubbio” nell’identificazione di tutti i soggetti condannati.
È chiaro che un caso di cronaca da strada è stato deliberatamente trasformato in un caso mediatico e politico che ha influenzato l’intero iter investigativo e processuale. Lo dimostra il fatto che Joly, inizialmente, non si era recato in ospedale né aveva sporto denuncia, attivando le procedure legali solo in seguito a precise indicazioni dei ivertici del suo giornale.
Questa disparità di trattamento è scandalosa. Mentre episodi di cronaca ben più gravi, incluse violente aggressioni a giornalisti e l’assalto alla sede di un quotidiano, sono stati spesso minimizzati da una certa parte politica, nel nostro caso si è assistito a una pressione giudiziaria immediata: a pochi giorni dai fatti, sono scattate perquisizioni e sono stati disposti 3 mesi di arresti domiciliari basati su semplici sospetti, dimostrando l’uso di due pesi e due misure da parte della giustizia.
Considerazioni Finali e Prossimi Passi Legali
Si ribadisce che né CasaPound Italia né il circolo “Asso di Bastoni” risultano imputati di nulla; tutti i controlli sulle attività del circolo sono risultati negativi, confermando che l’episodio è ascrivibile a un diverbio privato e non a un’azione organizzata del movimento.Leggeremo attentamente le motivazioni della sentenza, ma è altamente probabile che gli imputati presenteranno ricorso in Appello per contestare e ribaltare un verdetto che riteniamo ingiusto e squilibrato, in quanto basato su una chiara lettura politica e non su un’oggettiva valutazione dei fatti e dei danni effettivi.



