Marcello Veneziani, filosofo e scrittore, martedì 2 dicembre sarà a Napoli per presentare il suo nuovo libro “Nietzsche e Marx si davano la mano (Marsilio Editore) all’istituto italiano per gli studi filosofici. La collega Ida Palisi, dalle pagine del.Corriere del Mezzogiorno, “panino napoletano” del Corriere della Sera lo intervista non solo sui temi dell’ ultimo libro ma anche sulla attualità politica alla luce delle elezioni regionali che si sono svolte domenica e lunedì scorso. Su questo tema riporto fedelmente domande e risposte
intanto Veneziani come valuta l’ esito delle elezioni regionali in Campania?
Il dato politico più importante mi sembra che sia quello che la maggioranza assoluta degli italiani nelle ultime consultazioni ha deciso di non andare a votare. Poi le sei consultazioni regionali hanno restituito una situazione esattamente identica a quella precedente, cioè con una vittoria della maggioranza di centro destra nelle tre regioni in cui governava e le tre maggioranze di centro sinistra pure dove governava già. Siamo in una fase di stallo della politica a cui si unisce la disattenzione della gente, la non voglia di occuparsene
La competizione elettorale è sembrata ridotta agli inciuci: la barca di Fico
Sono piccole argomentazioni, bisogna vedere la consistenza politica di coloro che sono stati eletti, le loro capacità, che cosa hanno fatto in passato. L’impressione è che la miseria degli scambi di accusa rispecchia la miseria del livello della politica.
La Destra in Campania ha presentato un candidato molto in ritardo, purtroppo avendo avuto dieci anni di tempo
E’ un fatto, in effetti, al quale dovrebbero ripensare molto criticamente.Soprattutto se consideriamo che sia la Campania che la Puglia sono due regioni che erano più inclinate verso la destra. Il fatto che, da così tanti anni non riescano non solo a vincere la competizione ma a presentare un candidato che abbia la possibilità di vincere, è la dimostrazione che in effetti, non riescono ad esprimere nessuna leadership da tantissimo tempo.
Fratelli d’Italia, con una leader nazionale forte come Meloni sembra stentare sui territori
credo che il deficit delle classi politiche sia trasversale.Certo, fa impressione che un partito di maggioranza relativa non riesca a trovare candidature efficaci di successi a livello locale, ma non c’è stata mai una selezione della classe dirigente a destra e direi anche a sinistra. C’è un abbassamento della qualità media di chi partecipa alla vita politica che è un riflesso di una politica sempre più marginale, che conta e decide sempre meno



