‘Ci opponiamo alla sistematica cancellazione delle radici cristiane”. Lo dichiarano le eurodeputate della Lega Cisint, Ceccardi e Sardone, annunciando il lancio di una campagna a difesa delle radici cristiane.
Da Roma a Trieste, da Pisa a Milano, saranno affissi dei manifesti con l’immagine del presepe tradizionale.
“Vogliono cancellare il Natale mediante una vera e propria strategia di annullamento dei simboli che rappresentano le nostre radici cristiane – spiega Anna Maria Cisint -. Una campagna portata avanti in ogni angolo d’Europa, dalla sinistra e dai gruppi pro-Palestina, spesso con l’uso della violenza, fino a raggiungere il vero obiettivo: la sovversione del sistema democratico con l’imposizione della ‘Sharia’. Per opporci a tutto ciò, insieme alle colleghe Sardone e Ceccardi, lanciamo una campagna a difesa delle nostre tradizioni.
Questo manifesto – aggiunge Susanna Ceccardi – è innanzitutto un augurio di Buon Natale, con una presa di posizione chiara: difendere le nostre tradizioni significa difendere ciò che siamo. Sulla Grand Place di Bruxelles oscurano i volti di Gesù e Maria, per alimentare l’ennesima follia del politicamente corretto. A Genova, il comune lo cancella. Non bastasse, in una scuola toscana si arriva perfino a vietare di nominare Gesù nella recita di Natale. Siamo di fronte a un attacco sistematico”.
La Lega è l’unico partito che difende, in maniera attiva, le nostre tradizioni dall’attacco continuo di chi, in nome del politicamente corretto, vuole imporci un’integrazione al contrario. L’islamizzazione del nostro continente”, dichiara Silvia Sardone, vice segretario della Lega ed europarlamentare.
“Prende forza anche da questi fenomeni di arretramento sulla nostra identità culturale. Ogni giorno assistiamo a episodi preoccupanti e allucinanti di censura di simboli religiosi, di cancellazione del Natale in senso cristiano, di calpestamento dei nostri valori – prosegue Sardone – La sinistra che, per anni, ci ha venduto la necessità di una società e di una scuola laica è, poi, la prima a sostenere gli istituti scolastici chiusi per il ramadan o i corsi di velo islamico per le studentesse. Noi non ci vogliamo piegare a un’idea di inclusione che preveda la fine di ciò che siamo, per aprirci alla società multietnica”.



