venerdì, Dicembre 5, 2025
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E se Israele avesse bisogno di essere odiato? L’analisi di Graziani

di  Rainaldo Graziani 
Credo sia divenuto necessario un cambio di paradigma, un approccio di carattere simbolico se si vuole comprendere le motivazioni delle scellerate scelte dello Stato di Israele a danno della popolazione palestinese e, per alcuni aspetti religiosi, a detrimento dell’umanità in genere.
Quindi si tratta di compiere uno sforzo, in un certo senso quasi “acritico”, e trasferirsi dal piano della propaganda ad un livello più alto, accedere cioè al piano escatologico ovvero quello che si riferisce ai destini finali dell’umanità o di un singolo popolo, sia esso palestinese, libanese, siriano o magari egiziano … Comprendere la dimensione metafisica della guerra, non sorprendetevi, prevede di fatto il sacrificio rituale non solo di un singolo individuo ma molto spesso di intere popolazioni. A spiegare questo concetto difficilmente “razionalizzabile”, nel caso di specie l’agire dell’esercito israeliano così come le dichiarazioni ufficiali di chi lo governa, suggerisco lo studio delle sacre scritture attraverso una lettura ebraica. Non cristiana. Letture che potrebbero essere di aiuto alla comprensione da parte di ognuno di noi di ciò che sta accadendo in Palestina ed in altri angoli del mondo.
Infatti, possiamo affermare che il panorama internazionale ci offre, da qualunque prospettiva geografica lo si guardi un fortissimo sentimento anti israeliano. Neanche gli Stati Uniti riescono a rappresentare una eccezione.
Le manifestazioni anti israeliane sono ovunque nel mondo e così pure le dichiarazioni di condanna alle azioni del governo israeliano seppure con servili sfumature.
Ma formuliamo una prima ipotesi, una domanda :
Ritenete possibile che la violenza esercitata nei confronti di una popolazione inerme possa avere una ragione che trascende la visione politica o economica ?
Ebbene si.
E’ assolutamente possibile se non altro per il banale motivo che la storia delle civiltà ci offre ampi riscontri spazio temporali in questo senso.
Seconda domanda :
Ritenete che provocare l’opinione pubblica mondiale attraverso il massacro dei bambini palestinesi, peraltro accompagnato dalla diffusione di prove circa gli stupri di minori da parte dell’esercito israeliano già mesi prima del 7 ottobre (report aprile Save The Children) possa essere una strategia comunicativa giacché il governo israeliano non ha di fatto mai smentito ?
Da Scipione ad Asdrubale, da Arjuna a Duryodhana, da Alessandro a Serse, da Federico II agli sterminatori dei nativi americani un tale quesito potrebbe rappresentare poco di più di una domanda ovvia, banale.
Due domande come queste, a titolo puramente esemplificativo, aiutano a cambiare prospettiva ed a richiamarci all’antropologia culturale.
Proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza con l’aiuto della antropologia. Secondo la prospettiva antropologica, il concetto di annientamento di un popolo manifesta la volontà di non limitarsi alla vittoria sul campo bellico dei propri nemici, bensì alla volontà di cancellare i propri nemici dalla storia. Quando l’annientamento non è limitato allo scontro tra eserciti ma coinvolge l’intera popolazione, elevata a nemico, tale annientamento assume le peculiarità del genocidio ovvero lo sterminio anche in assenza di una contrapposizione armata .
In verità questo mio approccio sottointendeva eliminare il 90% degli studiosi di relazioni internazionali ed 100% dei giornalisti occidentali che pretendono trattare confusamente gli accadimenti. In buona sostanza nessuno di essi dispone delle chiavi di accesso per decriptare il profondo significato del Mito, del Rito e del Simbolo di cui ogni Civiltà è dotata.
Entriamo dunque ora nella dimensione dottrinaria ovvero analizziamo o meglio accenniamo alla visione messianica di questi “elettori” di Benjamin Netanyahu VI.
Benjamin Netanyahu VI in tutte le lingue, in tutte le salse, in tutte le visite, in tutte le sedi istituzionali non ha fatto altro che ripetere, fino allo sfinimento, che il compito è quello di creare la Grande Israele. Non informarsi su wikipedia su cosa sia la Grande Israele o peggio, non credere alla sua dichiarata volontà, crea una prima grande divisione.
Da un lato possiamo collocare gli idioti dall’altro lato gli asserviti.
La lettura ebraica, non quella cristiana dunque, dell’Antico Testamento diviene ora una chiara strategia geopolitica.
Geopolitica e sacre scritture sono strettamente correlate tra loro. Nel Potere del Mito a cura della rivista Limes, il suo direttore, il Dott. Caracciolo, raffinato esponente della disciplina geopolitica, forse espressione più britannica che italiana, sentenzia: chi non conosce il profondo significato del Mito del Rito e del Simbolo non può comprendere la geopolitica. La precisazione suddetta circa una lettura ebraica, una interpretazione ebraica, dell’Antico Testamento è dunque di fondamentale importanza.
Eccetto pochissime persone, la maggioranza dell’opinione pubblica mondiale crede ingenuamente nella inconsapevolezza del popolo israeliano circa lo scempio, lo sterminio, l’annientamento genocidiaro del popolo palestinese.
Mi dispiace non può essere cosi. Il popolo israeliano NON E’ ateo.
Se non si riconoscesse nelle proprie sacre scritture, se non si riconoscesse attore predestinato di un conflitto metafisico, non potrebbe sostenere la vista di questo mare di sangue innocente, non potrebbe sostenere ed alimentare, sia pure con il solo proprio silenzio, questa “normalità, cioè quello che sta accadendo da anni sotto il proprio sguardo, uno sguardo che ora, dinanzi alla promessa di veder realizzata la Grande Israele, è divenuto stupito e religiosamente ammirato. L’odio dei Paesi del resto del mondo è dunque una loro esplicita richiesta, la conditio sine qua non, (Zaccaria12,13,14) per continuare non a ad esistere ma a dominare su tutto secondo la volontà del suo Dio e dei suoi Profeti.
Lascio a voi, se siete interessati, lo studio dei manuali di geopolitica dell’ebraismo. Non c’è, ovviamente, solo l’Antico Testamento (mi raccomando ancora la lettura con interpretazione ebraica). Non c’è solo Ezechiele, 37,38 o i Rotoli del Mar Morto o il terrore che coltivano per coloro che scenderanno dal Grande Nord. C’è molto di più.
Ora tutto ciò non è possibile esaminarlo. E’ prematuro.
Oggi , hic et nunc, è opportuno comprendere ed assorbire il concetto che è in atto una Guerra Metafisica in ogni angolo della terra.
Da un lato l’Uomo dall’altra il Nulla, che è peggio del Male.
E quindi ?
E quindi ringraziamo.
Sono tempi terrificanti e bellissimi al tempo stesso. Vittime, protagonisti, comparse, spettatori, cè posto quasi per tutti… Non per gli attori… E’una questione di cellule, di scelte… Sicuramente sono Tempi in cui cadranno le maschere, mettendo a nudo fattezze fetide e mostruose, e splenderanno i volti di coloro che sono stati sempre semplicemente se stessi. E ciò sarà indipendentemente dall’esito finale in quelli che già vengono definiti i giorni ultimi.
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