venerdì, Dicembre 5, 2025
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Salvini corre verso Pontida tra autonomie da sventolare e Nord in fuga

L’estate della Lega assomiglia a una corsa  verso un traguardo che sa di resa. L’obiettivo dichiarato è arrivare sul “sacro pratone” di Pontida, il prossimo 21 settembre, con in tasca quattro intese di autonomia regionale: Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria. Il trofeo da esibire alla base storica del partito, per farle credere che il vecchio cuore padano batta ancora, anche se a ritmo compassato.

«Il potere serve a realizzare cose, non è il fine ma il mezzo», ha predicato Matteo Salvini tre giorni fa alla festa romagnola.del Carroccio. Dichiarazioni di un politico politicante, sempre pronto a cavalcare l’onda non comprendendo invece di essere cavalcato dalla medesima. D’altronde la Lega era nata come un movimento rivoluzionario capace di portare al centro del dibattito politico idee  come il federalismo e l’autonomia, oggi invece sopravvive di gestione e compromessi. L’ideale, quello delle origini, si vede poco, per non dire che non si vede proprio.

Il popolo leghista, specie quello delle origini, è ancora geloso del suo Alberto da Giussano e potrebbe trovare una nuova casa politica nel  Patto per il Nord, il club degli irriducibili guidato spiritualmente da Umberto Bossi. Nei giorni scorsi,  Paolo Grimoldi ha presentato il gruppo locale a Milano Marittima, a due passi dalla festa ufficiale della Lega. E il messaggio è una stilettata: «Con Roma Capitale si completa il tradimento di Salvini nei confronti del Nord».

Un tradimento quello di Salvini alla causa del nord diventato il fulcro dell’azione politica del Patto per il Nord che raccoglie firme contro il Ponte sullo stretto ed hanno fissato  il primo congresso federale a novembre in provincia di Bergamo. Nel frattempo sottraggono pezzi di militanza alla Lega salviniana, portandosi via elenchi di iscritti e simpatizzanti. È un’emorragia silenziosa ma costante. Ecco perché Salvini ha bisogno di cose concrete da offrire al suo Nord, che resta il cuore pulsante del partito. Non bastano più selfie e ruspe, servono autonomie firmate e timbri sul tavolo.

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