di Michele Gambirasi
Cola di Rienzo, Carlo Acutis, Joshua Wong, l’imperatore Marco Aurelio e Giovanni Paolo II, Vincenzo Muccioli. Sono alcuni dei disparati «Eori di un tempo nuovo» esibiti in mostra da Gioventù nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia, durante la propria festa all’Eur a Roma. Forse per motivi di tempi di stampa non sono riusciti ad aggiungere Charlie Kirk, l’influencer ucciso negli Stati uniti che ha ridato vitalità a narrazioni repressive della destra di tutto il mondo, ma è come se ci fosse.
«CHARLIE era un ragazzo come noi, faceva quello che facciamo noi: si metteva sotto un gazebo a raccontare le sue idee. Lo sanno bene i ragazzi di Gioventù nazionale, sottoposti ogni giorno allo stesso schema che offende e colpisce chi ha idee diverse. E quelli che subiscono sono sempre i militanti di destra». Poi la chiosa: «Siamo tutti Charlie Kirk». A dirlo è Stefano Cavedagna, eurodeputato di Fratelli d’Italia dal palco subito prima che inizi il panel che gli è stato dedicato («X democracy. La politica senza filtri al tempo di Trump» con il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan e l’ex ministro Gennaro Sangiuliano). A quel punto i giovani meloniani tributano a Kirk un minuto di silenzio esibendo uno striscione: «Voglio essere ricordato per la mia fede e il mio coraggio». Fuori dal tendone dove si tengono i dibattiti la sezione bolognese della giovanile dà prova di una militanza ancor più orotodossa, e ne espone un altro: «Charlie Kirk. Uomini a Dio, idee all’eternità». L’omicidio dell’influencer ha riportato sui binari che le sono più comodi la destra al governo, quelli dell’underdog sotto attacco, in difesa contro tutto e tutti. Parlando ai giovani di FdI Arianna Meloni ha raccontato il momento il cui ha deciso di iniziare a fare politica. Per anni insieme alla sorella ora premier hanno detto che l’evento scatenante furono le stragi di mafia e gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino nel 1992. L’anno è rimasto lo stesso, ma l’episodio cruciale avanzato è un altro: l’aggressione di alcuni giovani militanti dell’allora Fronte della gioventù fuori dalla metro di Garbatella a Roma.
OGGI a chiudere i cinque giorni di festa arriverà la Presidente del consiglio, preceduta da un dibattito con Lorenzo Caccialupi, lo studente romano seguace di Kirk che ha conosciuto l’influencer in un’occasione. Probabile che l’intervento della premier si concentri sulla violenza politica su cui batte da giorni, e di cui è tornata a parlare anche ieri. Intervenendo a un evento dei Conservatori europei organizzato da Marion Marechal, la nipote di Marine Le Pen, Meloni ha ripetuto che «il sacrificio di Kirk ci ricorda ancora una volta da che parte stanno la violenza e l’intolleranza». Poi la condanna verso la sinistra, colpevole secondo la destra di tutto il mondo tanto dell’assassinio quanto delle mancate condanne: «Voglio dire forte e chiaro a tutti i seminatori di odio, quelli che passano la loro esistenza a demonizzare l’avversario politico e poi a fare distinguo iporcriti giustificando persino i crimini più efferati, che non cadremo nel loro sporco gioco e non consentiremo loro di trascinare le nostre nazioni in questa spirale di odio e violenza». È lo spirito che lo guida da quando è premier, dice, l’incarico più importante della sua vita «secondo solo a quello di madre». Infine un augurio alla destra francese di vincere le prossime elezioni: «Abbiamo bisogno di più governi conservatori al nostro fianco: immaginate cose potremmo realizzare con un ulteriore spostamento a destra dei vertici europei». Immaginate.
Fonte Il Manifesto



