Le dichiarazioni del ministro Giorgetti al Forum Ambrosetti hanno se non
altro il merito di riportare alla grigia realtà personaggi come il segretario del suo partito Salvini, che continua a promettere interventi fiscali e pensionistici impossibili da realizzare.Ma nel loro insieme ci preoccupano perché di fatto non escludono che l’enorme e insostenibile aumento delle spese militari, accettato senza fiatare dal governo Meloni in sede NATO, finisca per compromettere altre voci strategiche della spesa pubblica, dalle spese di carattere sociale a quelle per gli investimenti eil sostegno del sistema produttivo. Negli ultimi anni la riduzione del deficit pubblico è avvenuta a caro prezzo: la pressione fiscale è salita al massimo degli ultimi cinque anni, a causa del drenaggio fiscale che ha sottratto oltre venti miliardi di euro ai contribuenti IRPEF, mentre le spese per sanità e istruzione sono scese a livelli molto al di sotto dei grandi paesi avanzati. La legge di bilancio 2025 ha tagliato in modo drastico anche le risorse per le politiche industriali, e solo gli investimenti finanziati dal PNRR permettono oggi all’Italia di evitare (a fatica) la recessione.In un contesto già aggravato dalle folli politiche protezionistiche di Trump, che provocheranno miliardi di perdite per le nostre esportazioni e il nostro PIL e la cancellazione di decine di migliaia di posti di lavoro,l’aumento enorme delle spese militari programmato per i prossimi dieci anni su base nazionale e senza alcun reale passo in avanti verso la difesa europea peggiorerà ulteriormente la situazione, comprimendo drasticamente spazi di bilancio disponibili per altre politiche pubbliche essenziali.
Questa è la realtà, al di là della fiera delle promesse a cui ci è toccato assistere per tutta l’estate. Le parole di Giorgetti, pur edulcorate, di fatto la confermano”.
Lo afferma in una nota, diffusa alla stampa Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria nazionale del PD.



