di Michele Gambirasi fonte Il Manifesto
Un po’ verde, un po’ blu e, da ieri, decisamente più nera. Guarda sempre più a destra la policromia della Lega di Salvini, impegnato nel tenere insieme le anime diverse del suo partito e al contempo a ritagliarsi spazio nella coalizione di maggioranza per non diventare socio di minoranza facendosi scavalcare da Forza Italia. Mancava solo la ratifica ed è arrivata puntuale ieri con il consiglio federale del partito: il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci è uno dei nuovi vicesegretari del Carroccio.
Insieme a lui, nel nuovo organigramma, come numeri due di Matteo Salvini sono stati confermati Claudio Durigon e Alberto Stefani, mentre è una new entry pure Silvia Sardone, eurodeputata anche lei, che costringe a rimanere fuori il monzese Andrea Crippa, per il quale Salvini ora prepara «un ruolo rilevante». Il regolamento infatti prevede che i vicesegretari debbano provenire da regioni diverse e Crippa è lombardo come Sardone. Quest’ultima è vicina a Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Montecitorio e segretario lombardo del Carroccio, da tempo ai ferri corti con Salvini.
DUE NOMINE che chiudono la stagione congressuale della Lega, apertasi gli scorsi 5 e 6 aprile a Firenze quando Salvini rieletto segretario ha consegnato la tessera del partito a Vannacci, ma preparata da diversi mesi dal leader del Carroccio per blindare la propria leadership davanti agli appetiti nordisti delle frange più nostalgiche della vecchia compagine padana. Due nomine che certificano anche lo spostamento ancora a più destra della Lega, sempre più schiacciata su posizioni sovraniste e identitarie.
SIAMO SODDISFATTI» ha commentato Matteo Salvini, uscendo dalla Camera dopo il consiglio federale. Con più riserve il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che all’indicativo presente preferisce il periodo ipotetico: «Se lavorerà bene saremo soddisfatti».
È galvanizzato Vannacci, che non perde tempo e detta la propria agenda: «È una grande responsabilità, un impegno verso chi crede in un’Italia libera, forte, padrona delle sue scelte, sovrana». E poi non le manda a dire agli alleati di governo: «Siamo l’unico vero partito sovranista in Italia. Non facciamo finta e non ci pieghiamo a compromessi. Lo vogliamo raddrizzare questo mondo al contrario». E anche sulla politica estera dà segno di riferimenti chiari: «L’Europa non vuole la pace. Menomale che dall’altra parte dell’Atlantico c’è qualcuno che la pace sta cercando di raggiungerla».
ANCHE SILVIA SARDONE condivide posizioni sovraniste, per le quali ha abbandonato Forza Italia nel 2018 per unirsi alla Lega. Alle scorse europee ha conquistato 75mila preferenze (Vannacci 500mila) e dal canto suo si smarca dal generale rivendicando la propria militanza sul territorio, a Milano. Terreno su cui ora anche il generale si è lanciato, con l’apertura a febbraio dei nuovi «Team Vannacci», gruppi locali della sua associazione politica «Il mondo al contrario», da schierare già alle amministrative. L’ultimo ha aperto giusto ieri a Varese. La partita nella Lega, forse, è appena iniziata.



