venerdì, Dicembre 5, 2025
spot_img
HomePoliticaMarcato: “una Lega sovranista non serve. Rischia di essere la brutta copia...

Marcato: “una Lega sovranista non serve. Rischia di essere la brutta copia di Fratelli d’Italia”

di Alfonso Raimo

Fonte Huffington Post

“Una Lega sovranista non serve. Rischia di essere la brutta copia di Fratelli d’Italia”, dice Roberto Marcato, che a Roberto Vannacci risponde con Goffredo Parise: “Il Veneto è la mia patria”. Assessore alle attività produttive di Luca Zaia, Marcato è stato il candidato più votato alle ultime regionali. Dopo la sentenza della Consulta che impedisce il terzo mandato a Zaia, il Carroccio prenota il candidato unitario del centrodestra.

Marcato, si fa il nome di Alberto Stefani, segretario della Lega in Veneto. Che ne pensa?
Sui nomi non esprimo un giudizio: non spetta a me la scelta, e sarebbe scorretto e inelegante. Da fondatore della Liga veneta e da militante della prima ora, mi permetto di dare suggerimenti sulle caratteristiche che dovrebbe avere il candidato.

E quali sono?

Deve essere uno riconosciuto e riconoscibile sul territorio. Deve dare un valore aggiunto. Intendiamoci, il vuoto lasciato da Zaia difficilmente si colma. Ma l’ambizione deve essere quella. Lui è riuscito a dare una spinta, e ora bisogna trovare una candidata o un candidato che siano almeno in parte in grado di colmare questo gap. Altrimenti rischiamo davvero tanto.

Addirittura… ma non mi pare che il centrodestra rischi di perdere la Regione. O no?
Parliamo della Lega. Per noi è la partita della vita. Le do qualche dato. L’ultima vera vittoria in Veneto è stata alle regionali di 5 anni fa. Da quel momento in poi è stata una sequela di sconfitte pesantissime: così a Verona, a Vicenza, a Padova. Alle politiche c’è stato il drammatico sorpasso di FdI. Per noi è stato uno choc, che si è ripetuto alle europee quando il partito di Meloni ha ottenuto il migliore risultato proprio in Veneto. Voglio ricordare che alle europee del 2019 la Lega prese il 49,9 per cento. Un Veneto su due votava Lega, per noi la Lega è una chiesa, una religione. Ora non è più così.

E perché dice che la Lega rischia?

Lo dico e lo ripeto: si gioca la sopravvivenza, sia in Veneto che a livello nazionale. A maggior ragione se avremo il candidato presidente. Perché se lo dai agli altri, hai una scusante. Ma se gli altri ti danno il candidato presidente, allora non puoi fare un risultato mediocre. E se in Veneto siamo surclassati dagli alleati, il partito non tiene.

Sembra un messaggio chiaro a Salvini. Insomma, serve un venetista per il Veneto…
Io di alchimie romane ne ho viste tante. E non mi piacciono. Non possiamo permetterci il lusso di candidare trombati, tromboni, riciclati e nominati a vario titolo. Servono candidature in grado di intercettare il consenso popolare.

Lei professa un partito ancorato al territorio. Ma al congresso è andata in scena la Lega dei Patrioti. Vannacci vi ha detto: “Per fare gli autonomisti, bisogna essere sovranisti”.
Mi consenta una notazione personale. Abbiamo gridato al miracolo per il risultato di Vannacci in Veneto alle europee. Ma c’è stata una mistificazione. Io alle scorse regionali sono stato il più votato tra i candidati di tutti i partiti. Ho fatto un risultato simile a quello di Vannacci con la differenza che il voto leghista era diviso tra la lista della Lega e la lista Zaia. Non serve andare fuori partito per trovare il consenso, basta candidare le persone che sono in grado di rappresentarlo.

Sta dicendo che se glielo chiedessero si candiderebbe alla presidenza della Regione?
Dico che io faccio quel che dice la Lega. È stato sempre così nella mia carriera. Ero presidente del consiglio comunale a Padova e il partito mi ha chiesto di candidarmi in regione. Poi il partito mi ha chiesto di fare l’assessore. Se Salvini me lo chiede, io ci sono. Ma in generale abbiamo donne e uomini in grado di sostenere la candidatura. Invece, di un candidato che non porta valore aggiunto, non ce ne facciamo niente.

Torno a Vannacci per ricordarle che il partito, ormai, è trumpian-sovranista. Al congresso hanno sfilato Viktor Orban, Marine Le Pen, Santiago Abescal… Ormai è una Lega di destra…
Io ho battuto tutte le strade del Veneto negli ultimi cinque anni per dire che il solo motivo per cui perdevamo consenso era l’annacquamento identitario. Al congresso questa indicazione è stata raccolta nella mozione Stefani che è stata votata all’unanimità. Se non c’è questo, non c’è la Lega. Io se dovessi immaginare la Lega da oggi in avanti, la immagino sul modello della Csu bavarese, che è allo stesso tempo un partito nazionale che si occupa dei problemi nazionali, ma anche un partito che si occupa dei territori che rappresenta.

Devo ricordarle che la Csu è nel Partito popolare europeo. Voi, invece, sedete tra i Patrioti.
E io per dirla con Goffredo Parise, dico che mi sento patriota veneto. Ma a parte le citazioni: se alla Lega togli la matrice identitaria, la natura territoriale e federalista, rimane poco. Un partito di destra c’è già, uno sovranista c’è già, uno patriottico c’è già. Se ti riduci a fare la copia di FdI, la gente voterà l’originale.

Almeno questo è un avvertimento al segretario Salvini…
Ma io a Matteo l’ho detto chiaro. Anche su Trump: se mette i dazi, io non sono trumpiano. Se risolve la guerra in Ucraina e a Gaza, faccio il tifo per lui. E anche sull’Europa, serve un’Europa forte e vera, ma un’Europa dei popoli, più che delle nazioni. Perché i confini possono venire meno, ma i popoli no. Insomma noi dobbiamo essere equidistanti tra destra e sinistra, siamo l’unica forza che prescinde dalle appartenenze ideologiche.

Sono costretto ancora a citarle Vannacci. Lui non la pensa come lei, e potrebbe essere uno dei prossimi vicesegretari.
Con tutto il rispetto, di quello che pensa Vannacci non me ne frega niente. E non voglio neppure commentare che diventi vicesegretario. I miei valori non sono contrattabili, non c’è mediazione che tenga. Sono entrato in Lega perché per la prima volta si parlava di questione settentrionale, del nord, non come terra conquista, ma inserito in un progetto federalista. Se questo non lo posso esprimere più, non è più il mio partito, è un altro partito. Prendo armi e bagagli e vado. Ma al congresso nessuno ha detto che siamo diventati centralisti. Per questo dico che la visione del mondo dei Patrioti ha poco a che fare con l’idea di Stato che abbiamo noi della Lega.

Intanto Luca Zaia potrebbe sbarcare a Roma. Secondo alcune ricostruzioni, se Stefani viene eletto alla presidenza della regione, potrebbe candidarsi al suo posto in Parlamento?
Faccio fatica a immaginare un altro ruolo per il presidente, perché lui dà il massimo a capo della regione. Qualsiasi altra ipotesi la trovo fantasiosa. Ma è una scelta che farà solo Luca Zaia. Tutto il resto mi sembrano desideri che magari sono più di altri che i suoi. E non tutti quelli che lo consigliano, gli vogliono bene.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments