Fonte Il Manifesto
Il Rubicone tra federalismo e sovranismo Salvini l’ha oltrepassato da almeno dieci anni. Eppure nella Lega, soprattutto in Veneto, alla vigilia del congresso federale del 5 e 6 aprile, sta scatenando molto malcontento l’ipotesi che il generale Vannacci sia nominato vicesegretario proprio alle assise in programma a Firenze. Per Salvini sarebbe un modo per tenerlo dentro, proprio mentre il generale, a quanto racconta l’Adnkronos, sta dando vita a strutture territoriali chiamate «Team Vannacci», composte da iscritti al suo «Movimento il mondo al contrario», dal titolo del libro che lo ha lanciato nell’agone politico.
«Faccio fatica a immaginare che possa diventare vicesegretario uno che non è nemmeno iscritto alla Lega», spiega Roberto Marcato, assessore di Zaia e capo della corrente più autonomista, che ricorda la freddezza del generale sul tema dell’autonomia. «I retroscena giornalistici valgono come il calciomercato estivo, quindi zero», prova a smentire Salvini. Ma l’ipotesi che Vannacci prenda la tessera last minute prima del congresso, per essere nominato vice, sta ancora in piedi. Così come l’ipotesi che nelle liste per le regionali in Veneto ci possa essere una quota di candidature appannaggio del generale che ieri ha replicato a Mattarella sostenendo che l’Ue di oggi «è il simbolo del fallimento per antonomasia».
E proprio sul Veneto si scalda la polemica sulle prossime regionali. Il ministro dell’Interno Piantedosi (quota Lega) ha riaperto alla possibilità di votare nella primavera 2026, soluzione caldeggiata da Zaia che sostiene che lo statuto regionale preveda solo la finestra di primavera per il voto (così lui potrebbe gestire le Olimpiadi Milano-Cortina). «Le regionali si tengono ogni cinque anni. Punto», avverte il senatore e segretario regionale del Pd in Veneto Andrea Martella che definisce «clamoroso» il fatto che il ministro dell’Interno parli di «libertà» della Regione nel decidere la data del voto.



