di Luigi Mercogliano
In questa campagna elettorale, a parte un iniziale giudizio espresso sui due candidati che potete ritrovare sulla mia bacheca, non ho detto molto. Di contro, ho letto davvero di tutto: frasi trionfanti e post di giubilo con espressioni del tipo “vinceremo”, “andiamo a vincere”, “La Remuntada”, “manca poco al sorpasso” e via discorrendo con sciocchezze da bar dello sport sono state un appuntamento quotidiano qui sui social da parte di tanti amici, candidato e non, con il centrodestra.
La verità è che la politica, nonostante voi l’abbiate resa una pagliacciata da Tik Tok, resta una cosa seria. Lo resta, nonostante l’abbiate trasformata in una gara a chi prende più voti e a chi appare di più e meglio sui social. Perché, una volta finite le vostre inqualificabili pagliacciate, quelli che nonostante l’astensione ai massimi storici sono eletti nelle varie assemblee locali e nazionali decidono poi per tutti noi. E allora quei pochi che ancora vanno a votare – in Campania si sono recati alle urne quattro cittadini su dieci – o votano perché facenti parte di un apparato clientelare (e sono ahimè la maggioranza), oppure votano in base a quello che vedono e che sentono in campagna elettorale, scegliendo il più delle volte il meno peggio.
Si, il meno peggio. Perché Fico e il suo raccogliticcio “campo largo” tra i due schieramenti, al netto del voto degli apparati, era di fatto il meno peggio. E sapete perché, nonostante un evidente divario culturale e politico incolmabile tra lui e Cirielli, alla fine Fico dai pochi elettori non di apparato è stato giudicato il meno peggio? Perché Fico ha fatto una campagna elettorale sobria e per quel poco che si è sentito ha espresso proposte. Magari sbagliate, magari non idonee alla risoluzione dei problemi. Ma l’ha fatto dicendo la sua con pacatezza e senza demagogia.
Dall’altra parte, invece, cosa c’è stato? Proposta zero. Salvo la demagogia dei cento euro di aumento al mese per i pensionati – del tutto fuori dal mondo dal momento che la materia previdenziale è accentrata nelle mani del legislatore centrale – e quella del condono edilizio a nove giorni dal voto, in una regione come la Campania dove il vincolo paesaggistico è praticamente ovunque e la speculazione fatta negli anni riguarda in minima parte la vera emergenza abitativa, mentre il grosso delle costruzioni abusive riguarda grandi speculazioni edilizie realizzate ovunque per mero profitto da gruppi imprenditoriali per la maggiore legati al malaffare, in molti casi conniventi addirittura con il sostrato politico amministrativo regionale.
Da par suo, per tutta la campagna elettorale Cirielli e i suoi – in particolar modo Fratelli d’Italia – hanno battuto continuamente sulla questione del gozzo di Fico e sulla vecchia storia della colf assunta senza che le fossero stati versati i contributi per il lavoro domestico. E, come se non bastasse, nell’evento conclusivo della campagna elettorale al quale hanno preso parte i leader nazionali per chiudere la “Remuntada” di Cirielli su Fico e sul centro sinistra, il centrodestra ha dato il meglio di sé esprimendo tutta l’inconsistenza di una proposta politica assente e vuota di contenuti seri mandando in scena quello squallido teatrino con i leader nazionali che assieme al candidato presidente saltellavano sul coro intonato dalla platea “chi non salta comunista è”, mortificando in un sol colpo in questo modo tutta la storia politica del centrodestra dal 1994 in poi e in particolare quella di Alleanza Nazionale e del MSI ancora prima fatta di programmi, proposte e idee che viaggiavano sulle spalle di giganti come Almirante Parlato Rastrelli Manna Florino Mazzone e tanti tanti altri, che a volerli ricordare tutti non basterebbe lo spazio ristretto di un post sui social.
E voi così volevate vincere la Presidenza della Regione Campania, con questi uomini indegni, queste proposte irrealizzabili e questa teatralità che offende e mortifica la storia della Destra napoletana? Il nulla impastato col niente, questo siete. E per questo avete meritato la sconfitta.
Ciò detto, una riflessione seria va fatta anche a sinistra, perché “se Atene piange, Sparta non ride”.
Ho sentito Elly Schlein e Giuseppe Conte gioire e vantarsi del successo campano. Giusto e comprensibile, nulla da dire. Ma, amici cari di sinistra, una cosa la dovete analizzare e comprendere. In primis, avete vinto, certo. Ma avete una maggioranza schiacciante del 60% dei consensi espressi sul 44 % dei votanti. Quasi tre milioni di cittadini campani su un totale di cinque milioni non è venuto a votare. E se l’avesse fatto non è detto che avrebbe votato per voi. Siete vincitori, si, non vi è dubbio. E governerete. Ma dovete ricordare che vi ha votato una maggioranza di una minoranza impressionante nei numeri.



