venerdì, Dicembre 5, 2025
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I consigli di Castelli alla Lega: “dare una spallata al modello Vannacci”

di Gianluca De Rosa

Fonte Il Foglio

Salvini in questo momento mi sembra in trappola. Pensava con Vannacci di fare il colpo grosso, invece gli elettori cominciano a stufarsi anche del generale, e così la Lega non sa più che pesci pigliare”, dice Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia (Berlusconi II e III) e volto (anche televisivo) della Lega che fu, oggi a capo del piccolo, ma combattivo partito popolare del nord. L’incastro in cui si trova il segretario della Lega, lo sintetizza così: “Da un lato c’è Vannacci e il suo progetto di Lega nazionale che non decolla,dall’altro ci sono i leghisti di lunga data, Zaia, Fontana e Romeo, che vorrebbero tornare a fare il partito del nord”. La novità appunto è che ormai anche Vannacci, dal punto di vista elettorale, sembra un guappo di cartone. Non può non capirlo anche Salvini. “Guardi – risponde Castelli – mi sembra che in Italia oggi funzioni come ai tempi della fase pre imperiale dell’antica Roma, quando il popolo sollevava i propri tribuni e poi, dopo un attimo, li scagliava per terra. Lo abbiamo visto con Grillo, con Renzi, con Salvini, e adesso mi pare stia accadendo anche con Vannacci. C’è un elettorato che ha l’innamoramento facile per certi personaggi, li porta alle stelle, salvo poi relegarli alle stalle dopo poco. Ma il generale, secondo l’ex ministro, è solo l’ultimo tentativo di Salvini di dare carburante a una macchina che era già ferma: la Lega come progetto nazionale. “Salvini – dice – ci stava già mettendo del suo per far navigare la Lega in acque complicate. Trasformandola in un partito centralista si è trovato schiacciato all’estrema destra del sistema politico italiano, perché la Meloni ha preso un indirizzo centrista e Forza Italia, spinto dalla Marina Berlusconi, ha tendenze quasi da centrosinistra. Ma quello spazio, quello dell’estrema destra, non è molto. Così inevitabilmente vengono fuori i malumori dei leghisti della prima ora, incarnati da Zaia, Fontana e Romeo. Prima stavano zitti, ma adesso cominciano a farsi sentire per rivendicare la Lega come sindacato del nord”.

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