In Campania l’orientamento del centro destra, coalizione che governa la nazione ma nessuna città capoluogo della regione, va consolidandosi su un candidato civico. I nomi in evidenza sono Giosy Romano (commissario Zes), Matteo Lorito (rettore della Federico II). La lettura è pragmatica: contendere l’elettorato in un contesto che vede Fico già in campo.
Al momento, le soluzioni politiche pure appaiono improbabili. Tra gli esclusi dalla candidatura, rientrano il vice ministro Edmondo Cirielli, espressione di Fratelli d’Italia, Gianpiero Zinzi, segretario regionale della Lega ed infine Mara Carfagna, sostenuta da Noi Moderati, quarta gamba centrista della coalizione di governo. Cirielli, a lungo, è sembrato il nome favorito, e tuttavia, a fare da freno, è il ruolo istituzionale: da viceministro degli Esteri, una sua debacle potrebbe essere simbolicamente percepita come una caduta di tutto il Governo.
Nelle ultime ore è circolata finanche la suggestione Aurelio De Laurentiis, avvistato recentemente a Palazzo Chigi: si era ipotizzato che il presidente del Napoli potesse essere un’idea del centrodestra per individuare un profilo in grado di attirare su di sé attenzione e voti, riuscendo nell’impresa di allargare gli orizzonti politico-culturali della coalizione. Tuttavia, tramite X, lo stesso De Laurentiis ha smentito ogni coinvolgimento: “leggo che sarei interessato a una candidatura per la Regione Campania. Smentisco nel modo più assoluto. Ho incontrato a Palazzo Chigi Giorgia Meloni per parlare delle due ‘C’ che hanno sempre interessato la mia vita professionale e imprenditoriale: Cinema e Calcio”.
Civico o politico, l’amara verità è un’altra. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia annaspano. Giorgia Meloni non vuole intestarsi la battaglia perdente in Campania e magari spera che la prossima legislatura regionale le fornisca continui canovacci per la propaganda elettorale, soprattutto su sanità, criminalità e immigrazione.
