Trentatré anni fa, in via D’Amelio a Palermo, la mafia uccideva il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini e donne della sua scorta. Un attentato vile, un’esplosione che voleva mettere a tacere la giustizia. Ma non ci sono riusciti. Borsellino non è morto quel giorno. Vive in ogni persona che crede nello Stato, nella legalità, nel coraggio di chi lotta senza piegarsi. Vive nelle aule di tribunale, nelle scuole, nei volti di chi continua la sua battaglia. Oggi ricordiamo non solo l’eroe, ma l’uomo: integro, determinato, consapevole del destino che lo attendeva eppure mai indietreggiato. Il suo sacrificio non sia solo memoria, ma guida quotidiana.
Lo.scrive in una nota pubblicata sui suoi canali social Isabella Tovaglieri, parlamentare europeo della Lega



