Milano, caldo d’estate e fermento politico: attorno a Vannacci si muove la destra che fa politica (e a cui piace l’azione)
A Milano il caldo non è solo meteorologico. Qualcosa si muove, per ora, sotto traccia, tra le crepe del centrodestra ufficiale e i margini di una politica che, sebbene governativa, mostra segnali di stanchezza ideologica. È nel capoluogo lombardo che si accende, ancora una volta, una scintilla di elaborazione culturale e politica, come è sempre stato nella storia della destra pensante italiana. Milano non è solo finanza o amministrazione: è da decenni la fucina di idee dove la destra ha trovato casa, impulso, rottura e talvolta rinascita. È qui che, in queste settimane, un gruppo eterogeneo ma motivato di militanti ha cominciato a ricompattarsi attorno a un nome che divide e scuote: Roberto Vannacci. Il Generale più famoso d’Italia è diventato il catalizzatore di una nuova richiesta politica, un’identità che cerca rappresentanza, ma anche direzione. Tra i protagonisti del fermento milanese spicca Marco Mantovani, ex Ufficiale della Folgore e volto storico della destra milanese, noto anche come capo del gruppo goliardico degli “Idraulici”, capaci negli anni di azioni satiriche, come l’affissione di un tricolore di 15 mq, in occasione del Centrnario dell’impresa dannunziana, sul Palazzo del Governatorato di Fiume, o come l’abbordaggio della Open Arms in rada a Lampedusa per protestare contro il traffico di migranti. Irriverenti ma mai banali. Militanti veri, appassionati, spesso più lucidi e determinati degli apparati ufficiali. Sono proprio loro ad aver costruito, quasi dal nulla, il primo embrione del “team Vannacci” in Lombardia, raccogliendo adesioni, alimentando discussioni, ponendo le prime basi di un progetto che potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto, molto serio.
Mantovani non è un nome qualsiasi: è stato parte del progetto “Il Talebano”, la corrente intellettuale nata all’interno della Lega che per anni ha rappresentato una destra identitaria, sociale, spirituale, controcorrente. Dopo l’esperienza “Lega”, il sodalizio si è interrotto ma non spezzato. Le strade sono rimaste parallele. Militanti e delusi della destra governativa, quella rappresentata da Fratelli d’Italia, osservano il fenomeno con crescente apprensione. L’elettorato di destra non è più monolitico, e dopo le recenti scelte europee – in particolare il mancato voto per fermare la rielezione della Commissione UE di Ursula von der Leyen – molti militanti cominciano a sentirsi orfani. “Non è per questo che abbiamo combattuto”, sussurrano. Vannacci rappresenta, con la sua irruenza e il suo linguaggio diretto, una via d’uscita. O almeno, una scossa.
Ed è proprio su questo punto che la destra istituzionale rischia: non si può governare con i numeri della destra e parlare con i toni del centro. L’ambiguità inizia a pesare, e le realtà che fino a ieri erano alleate, oggi scalpitano. Le associazioni, i comitati, le anime culturali che hanno sostenuto FDI chiedono chiarezza, visione, coraggio. E alcuni iniziano a guardare altrove. C’è un’energia che pulsa. Ci sono uomini, idee, entusiasmo. Ma quello che ancora manca è un progetto politico strutturato, credibile, inclusivo e soprattutto vincente. Un contenitore capace di riunire le diverse anime della destra: quella sociale, quella spirituale, quella popolare, quella culturale. Un progetto che superi la logica dell’uomo solo al comando senza annullarne il carisma, e che torni a parlare ai giovani, alle famiglie, al lavoro, alla Patria, alla sovranità culturale e tecnologica.
Serve però un passo in più. Dalle goliardate ai manifesti. Dai team spontanei alla progettualità solida. Dalla simpatia al radicamento. A patto che Vannacci non resti solo un personaggio, ma diventi realmente una figura credibile per il futuro della destra politica. La destra italiana si trova a un bivio: continuare a governare a ritmo di compromessi o riconnettersi con la propria base e con i suoi valori fondanti. Milano, come spesso accade nella storia, ha già cominciato a muoversi. E il termometro politico, più del meteo, annuncia un’estate rovente.



