mercoledì, Febbraio 5, 2025
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Cisint (Lega), a Bologna picchiata a 16 anni per il velo, integrazione assente, sinistra latita

Ennesimo episodio di radicalismo islamico a Bologna. Ragazza di 16 anni pestata dal padre perché non voleva indossare il velo. Una cancellazione dei diritti delle persone e delle donne che nell’Islam radicale è normale prassi. Purtroppo è un fenomeno sempre più diffuso di fronte a cui la sinistra si gira dall’altra parte”.
Lo ha affermato  Anna Cisint, parlamentare europeo della Lega in una nota congiunta con Matteo Di Benedetto, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale a Bologna.
“Il Sindaco Lepore ha spiegato ai suoi cittadini che cosa sta coltivando in casa con l’accoglienza di massa che promuove? Il radicalismo islamico cresce, si impone con la forza appena ha i numeri e poi calpesta tutto e tutti, partendo dalle donne e dai loro diritti, considerati inesistenti da quella cultura. Lo so bene io che l’ho vissuto in prima persona come Sindaco a Monfalcone, sono stata minacciata di morte e di ogni tipo di violenza perché difendevo le ragazze e i loro diritti proprio di fronte a episodi come questi.

Perché il Sindaco di Bologna, invece, rimane in silenzio? Nulla da dire, in difesa delle giovani donne che crescono a Bologna? Nessun aiuto alle ragazze che vivono schiacciate dalla Sharia? Se fosse un Sindaco responsabile, darebbe massima attenzione a questo fenomeno e agirebbe per garantire la massima tutela a queste ragazze, che hanno bisogno di specifiche attenzione e un aiuto dedicato per sfuggire dalla mano padronale dell’Islam.

Bisogna tenere alta l’attenzione e non fare sì che ci si abitui alla cancellazione dei diritti delle donne, altrimenti tutte le parole che spendiamo su questo tema sono vuote, ipocrite e una presa in giro nei confronti di ragazze come quella vittima del pestaggio in questi giorni. I diritti delle donne partono da qui, altrimenti la sinistra eviti di parlarne”.
“Il radicalismo islamico, concludono Cisinit e Di Benedetto, è un fenomeno che va monitorato e da cui bisogna difendere la comunità, partendo dalle ragazze e dalle donne che sono le prime persone vittime della violenza che si sviluppa in questi contesti. La difesa dei diritti delle donne parte da qui”.
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