Lo afferma Simonetta Matone, deputato della Lega, precisando: "Striano sostiene, secondo quanto trapela dell'inchiesta di Perugia, di aver avuto un mandato superiore per indicare falsamente delle richieste di indagini informatiche pre-investigative per poi diffondere copiosi fascicoli di indagine alle procure di mezza Italia. In particolare, a Bergamo, Milano, Genova e Roma, quando Salvini era al Viminale, è arrivata una relazione sui 49 milioni di finanziamenti pubblici giunti alla Lega, con una tempistica più che sospetta, proprio nel momento di maggiore esposizione mediatica per Salvini"
"I contorni per il dossieraggio, insiste Matone, ci sono tutti. Fu proprio l'attuale procuratore antimafia Melillo, poi, succedendo al collega Cafiero de Raho (oggi parlamentare M5S e componente della Commissione antimafia), a definire alcuni uffici particolari della Dna, un colabrodo. Se una notizia resta una semplice notizia e due notizie pure, tre notizie sono una prova. La prova di un accanimento particolare verso la LEGA e il suo segretario, ora a processo per aver difeso i confini italiani''.
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