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sabato 19 ottobre 2024

Askatasuna: ritrovo di violenti o strumento di propaganda? Cortese (Fn): Montaruli parla ma il governo quando agisce



La visita di Ilaria Salis, parlamentare europeo di Alleanza Verdi e Sinistra, al centro sociale Askatasuna non poteva non generare polemiche politiche sostenute da Augusta Montaruli, deputato torinese di Fratelli d'Italia che ha definito grave la presenza del parlamentare europeo al centro sociale (come se fosse sbagliato per un parlamentare, democraticamente eletto curare il proprio collegio elettorale partecipando ad iniziative varie).
Anche a destra, qualcuno polemizza, ma con la Montaruli. E' Luigi Cortese, coordinatore regionale di Forza Nuova che ha inviato una lettera aperta all'esponente di Fdi. Una lettera che parte da un dubbio  sul Askatasuna (ritrovo di violenti o strumento di propaganda)  ricordando inoltre  all'esponente di Fratelli d'Italia che loro sono al governo e che alle sue parole ancora non sono seguiti i fatti.
  



Onorevole Montaruli,

pur condividendo la preoccupazione che il centro sociale Askatasuna rappresenti un pericolo reale per l'ordine pubblico e la sicurezza, devo esprimere una forte critica nei confronti della sua stessa posizione. È facile condannare la presenza di Ilaria Salis, definendo il centro come "la casa della violenza e dell'odio", ma se davvero crede che questo luogo sia un simbolo di estremismo e pericolo sociale, perché il suo governo non è ancora intervenuto in maniera concreta? Dov'è la tanto sbandierata fermezza? Se esistono delle violazioni di legge, delle attività illecite e un reale rischio per la sicurezza nazionale, ci si aspetterebbe un'azione determinata, non semplici dichiarazioni ai media.
Lo afferma, in una nota, diffusa alla stampa, Luigi Cortese, segretario regionale di Forza Nuova, precisando: "l'Askatasuna è noto per essere un ritrovo di frange violente, spesso legate a episodi di scontri con le forze dell'ordine e atti di vandalismo che nulla hanno a che fare con il diritto di manifestare pacificamente. Questo è un dato di fatto. La sua storia è macchiata da episodi di intolleranza e violenza, che non possono e non devono essere giustificati in nome di alcuna ideologia politica. Tuttavia, le parole dure non sono sufficienti: sono anni che il centro è al centro del dibattito pubblico per le sue attività estremiste, eppure continua a operare indisturbato. Il vero problema è l'assenza di un'azione governativa concreta. Se veramente crede che Askatasuna sia "la casa della violenza" come dice, perché il suo governo, che ha tutte le leve del potere, non ha ancora preso provvedimenti per chiudere definitivamente questo centro? O forse preferisce usare la questione come strumento di propaganda, piuttosto che risolvere il problema alla radice? Se ci sono prove sufficienti per collegare il centro a comportamenti violenti o sovversivi, allora lo Stato dovrebbe agire immediatamente, senza perdere tempo in inutili polemiche. Se vuole davvero tutelare la sicurezza pubblica e difendere le istituzioni dalle frange violente, non può limitarsi a criticare chi visita quel luogo. È il governo che deve assumersi la responsabilità di garantire la legge e l'ordine. Altrimenti, tutto questo non è altro che un gioco di parole vuote, utile solo a coprire la mancanza di risultati concreti.

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