Non solo di lotta, non solo di governo. Se provo a sintetizzare con una espressione la due giorni di Pontida, quella di Salvini e' stata l'inaugurazione della "terza via" o della "terza posizione": la lotta nel governo o il governo di lotta.
Toni moderati anche con gli alleati, anche con Tajani, (con pubbliche scuse per lo striscione e i cori offensivi nei suoi confronti da parte dei giovani leghisti) concetti ripetuti come un mantra.
Dall'autonomia differenziata,storico cavallo di batraglia della Lega, alle politiche di contrasto all'immigrazione clandestina, Salvini sembra in bilico tra il movimentismo di Bossi e l'anima piu' governista di Maroni. Non a caso li cita entrambi: " un eterno grazie a Bossi e Maroni che ci hanno portati fin qua. Un giusto riconoscimento agli storici fondatori del Carroccio reso ancor piu' solenne sul "sacro pratone" di Pontida.
Salvini esulta perche' "dopo 30 anni di lotta, l'autonomia e' legge delli stato, e che indietro non si torna ma spolvera anche un cavallo di battaglia della Lega versione nazionale: le politiche di contrasto all'immugrazione clandestina.
La sua ricetta e' quella di revocare la cittadinanza a chi delinque non.regalarla. Una ricetta che non confligge con lo.ius italiae invocato da Tajani ma con punto di partenza quasi opposto.
Sull'Europa Salvini comvocando a Pontida Orban e company lancia il suo "Sovranisti di tutta Europa unitevi". Un motto, uno slogan che tradotto vuol dire: nessun patto, nessun inciucio con chi governa l'Ue. Fuori dalla stanza dei bottoni della Von der Layen.
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