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Nell’annuale kermesse a Pontida, quest’anno la Lega ha usato lo slogan: “Non è reato difendere i confini”. Ospiti e interventi al raduno della Lega: da Orban a Bolsonaro e Le Pen, con la chiusura di Salvini.
La 36esima edizione di Pontida si è chiusa con gli interventi previsti del Presidente ungherese, Viktor Orban e, ovviamente, con il discorso finale di Matteo Salvini: dalla difesa dei confini alla lotta contro le migrazioni irregolari, fino al ruolo dei conservatori patrioti in Europa, le proposte della Lega si allargano dall’Italia (ribadita la compattezza del Governo Meloni, «si discute come in tutte le famiglie ma troviamo sempre la soluzione tra amici») fino a Bruxelles, con la presenza importante di Orban a sostenere l’operato del Carroccio.“Da Budapest i migranti irregolari li porteremo a Bruxelles e li deponiamo davanti agli uffici di Bruxelles”, lo ha detto il leader di Fidesz ringraziando Salvini e il Governo italiano impegnato nel contrasto all’immigrazione illecita, «Matteo è un vero eroe europeo» ha scandito dal palco di Pontida 2024, «ha difeso pure l’Europa, meriterebbe una onorificenza e non un processo. Contro Salvini è in corso una vergogna, della sinistra, lui è un patriota europeo». Orban rivendica la lotta politica contro la sinistra europea da oltre 10 anni, tanto sui temi economici quanto su quelli etici («da noi il padre è uomo e la madre è donna e questo resta così anche se la sinistra internazionale si mette contro»).
Nel suo discorso finale Salvini ha ringraziato tutti i leader europei intervenuti a Pontida 2024, parlando del processo Open Arms, della Manovra e della legge sull’Autonomia differenziata: «io varcherei il carcere a testa alta, processano una persona che ha fatto il suo dovere, non possono fermare un popolo», ha detto il Ministro e vicepremier dal palco nel suo intervento finale, confermando la «santa alleanza dei popoli europei» nata qui a Pontida con gli altri leader dei Patrioti per l’Europa. Sulla Manovra, Salvini riprende quanto spiegato sempre a Pontida dal Ministro Giorgetti, ovvero che non vi saranno aumenti di tasse ma anzi il contrario: “Aumentare gli stipendi ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti e abbassare le tasse alle partite Iva da questa Legge di Bilancio fino a tutte le prossime entro il 2027”.
In merito alle polemiche sollevate dal “campo largo” contro il Governo, Salvini è perentorio (così come lo era stato anche Giorgetti sulla possibilità di tasse sugli extraprofitti delle banche): «Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri, e non gli operai». Infine la chiosa sulla legge Autonomia, contestata dalla sinistra che punta al referendum abrogativo nei prossimi anni: secondo il leader del Carroccio a Pontida 2024, «L’autonomia, dopo 30 anni di battaglie, è realtà e legge dello Stato e indietro non si torna».
«No immigrazione clandestina, Salvini in Italia fa quello che io ho fatto in Brasile: fermare le migrazioni illegali e contrastare i terroristi coperti dalla sinistra per troppi anni»: così il messaggio inviato dall’ex Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, all’amico e alleato Matteo Salvini impegnato nel raduno di Pontida 2024. Il video messaggio del leader conservatore brasiliano è giunto poco dopo mezzogiorno, in attesa dell’intervento di Viktor Orban e all’interno della lunga lista di ospiti leghisti e internazionali, tra cui spiccano le presenze di Svazek (FPO, Austria), Fuster (VOX, Spagna) e Ventura (Chega, Portogallo), tutti alleati nel nuovo gruppo sovranista in Ue “Patrioti per l’Europa”.
«A casa nostra deve entrare chi vogliamo noi, combattiamo l’immigrazione clandestina», ha ribadito ancora Bolsonaro al termine del suo intervento, simile a quanto sottolineato anche dai leader patrioti in arrivo da mezza Europa, vedendo nella Lega un punto continuo di stimolo per la prossima Ue per affrontare i temi della sovranità , dell’economia reale e dell’immigrazione. Ventura ha sottolineato come Salvini con il processo Open Arms sia in realtà il vero perseguitato nel suo Paese, «per aver difeso le frontiere dall’immigrazione clandestina. Noi tutti dobbiamo difenderlo, abbiamo bisogno di più Matteo Salvini in tutta Europa!». Poco prima il generale Vannacci sul palco di Pontida 2024 aveva rivendicato l’impegno della Lega e di tutto il gruppo dei Patrioti in Ue per difendere la sovranità nazionale e popolare, lanciando una “stoccata” anche agli alleati di Forza Italia: “Non vogliamo regalare la cittadinanza. Oggi da Pontida ribadiamo con forza che difendere la Patria non è un reato!”. Sui temi economici è invece il Ministro dell’Economia nonché n.2 della lega, Giancarlo Giorgetti, a sottolineare l’impegno del Governo contro l’aumento di tasse (a discapito di quanto ricostruito negli scorsi giorni dopo alcune dichiarazioni alla stampa estera) e aumentare il sostegno alle fasce più fragili. Secondo il titolare del MEF sul palco di Pontida 2024: “abbiamo concesso la Flat-Tax al 15%, abbiamo aumentato lo stipendio ai lavoratori grazie al taglio del cuneo fiscale”.
Pontida 2024 è ufficialmente cominciata, con il via alla diretta video streaming sulle varie piattaforme social e dopo che lo stesso Matteo Salvini ha voluto chiudere la parentesi di polemica con alcuni attivisti della Lega che hanno insultato il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia, dandogli dello “scafista” per le sue posizioni sulla legge per la cittadinanza. L’altro vicepremier ha sentito direttamente il Ministro forzista chiedendo scusa per quegli striscioni apparsi a Pontida, aprendo invece ai tanti temi in corso oggi che non possono essere oscurati da una (piccola) polemica politica interna.
Se lo scorso anno era stata Marine Le Pen, l’ospite d’onore del raduno della Lega a Pontida, quest’anno è stato il Presidente ungherese Viktor Orban il vero protagonista con Salvini della festa leghista. Salvini è stato ringraziato dal leader di Budapest per il ruolo a difesa dell’Europa che ha svolto e che svolge tutt’ora nel Governo Meloni.
“Con noi l’Autonomia non è più solo un sogno ma è una realtà , grazie al Ministro Calderoli e al Segretario Salvini che hanno combattuto anche con chi a Roma al Governo non era convinto dell’Autonomia differenziata come priorità per il Paese”. Così ha esordio il capogruppo della Camera Riccardo Molinari, aprendo la lunga lista di interventi.
Nello storico raduno della Lega in provincia di Bergamo, per Matteo Salvini, dal punto di vista personale, pesa il processo Open Arms per il quale è stata chiesta una condanna a 6 anni di carcere. Ma questa battaglia giudiziaria è diventata fondamentale per il partito, infatti non è stato scelto uno slogan a caso per l’adunata. “Non è reato difendere i confini” è la scritta non casuale che avvolge il palco, di fatto il mantra del vicepremier. Un altro riguarda l’autonomia, una promessa mantenuta dal Carroccio che, quindi, rivendicherà il lavoro svolto.
Anche se non è facile per Salvini, si tratta di una delle edizioni più attese nella storia di questa kermesse, perché oltre a essere un’occasione per dare sostegno al leader, c’è stata la presenza di ospiti importanti della destra europea e internazionale, Anche Marine Le Pen, come Bolsonaro, ha inviato un messaggio. Il filo rosso che tiene uniti tutti è la lotta all’immigrazione clandestina, con Salvini che incarna il ruolo di chi si oppone al sistema dei poteri forti e fa la parte della vittima: una tecnica populista per accattivarsi le simpatie degli elettori.
Una delle novità di Pontida 2024 è che per la prima volta il sindaco della città non appartiene alla Lega: alle ultime elezioni comunali, infatti, ha vinto Davide Cantù, giovane di 28 anni che si è presentato con una lista civica. Quindi, per il nuovo sindaco si tratta del primo raduno della Lega, ma tutto è stato organizzato al meglio per garantire che la kermesse si svolga tranquillamente. Infatti, c’è stata piena collaborazione per favorire la buona riuscita del raduno, anche se gli aspetti organizzativi comunque sono in capo al Carroccio.
Il raduno della Lega a Pontida ormai è una consuetudine. Per quanto riguarda il piano sicurezza, c’è stato un importante dispiegamento di forze dell’ordine, maggiore rispetto alle precedenti edizioni. Inoltre, è stata vietata la vendita di alcolici in bottiglia per evitare potenziali rischi.
Assente Umberto Bossi, che inventò il raduno nel 1990 chiamando a raccolta i cosiddetti “popoli del Nord” per opporsi al centralismo romano. In ogni caso la Lega si presenta come un partito di lotta, ma anche di governo avendo partecipato alla formazione di diversi governi incluso l’attuale.
Il malore patito da Bossi nel 2004 ha segnato non solo la Lega, ma anche il raduno ne ha risentito fino a quando non è arrivato Salvini, che fece il suo debutto da segretario dieci anni fa, presentandosi con la maglia “Basta euro”. Così è cambiato tutto: via il folklore, nuovi colori, ma soprattutto una visione nazionale.
Il parlamentare Fabrizio Cecchetti, che è coordinatore della Lega in Lombardia, ha previsto più di 10mila partecipanti, perché molte persone sono arrivati con mezzi propri. Si potrebbe arrivare a 200 autobus. Comunque, un’app ha registrato tutte le presenze, anche di camper ed auto private, quindi, l’elaborazione dei dati dovrebbe essere attendibile. Di fatto, è stata una delle manifestazioni più affollate e sentite dalla Lega.
Indubbiamente, difendere i confini non è reato. Il problema del processo a Salvini non è la difesa dei confini, ma la negazione del soccorso a chi è naufrago in mare e non rappresenta nessuna minaccia per i confini dell’Italia. Viene da pensare che nei nostri giorni ci sono ancora i Don Chisciotte. Adesso, i mulini a vento e i greggi di pecore che combatteva il famoso personaggio di Miguel Cervantes, sono i naufraghi che rischiano di annegare nel mediterraneo e le navi come la Open Arms che intervengono per salvarli. La cosa più preoccupante è che questi comportamenti ridicoli si vanno diffondendo con un movimento sovranista di dimensione internazionale che riesce ad esumare la cattiveria umana fatta di razzismo oppressivo.
Nulla invece è stato fatto dall’attuale governo per difendere i confini dell’Italia con la Svizzera che, unilateralmente, ha annesso una striscia di dieci metri di confine per il ritiro dei ghiacciai delle Alpi che avrebbe modificato la linea di confine pattuita con gli elvetici.
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