La linea della difesa è chiara: quello in corso a Palermo è un processo politico. Matteo Salvini, imputato a Palermo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, non si è presentato in aula, ma sui social ha scritto che "la sinistra ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo”.
Nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, i magistrati della Procura hanno messo in fila i fatti e riassunto le responsabilità che nell'agosto del 2019 portarono 147 migranti a essere tenuti a bordo della nave di una ONG senza poter attraccare per 19 giorni, riuscendo a farlo solo dopo l'intervento della Procura della Repubblica.
L’accusa, la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Geri Ferrara e Giorgia Righi, ha ricostruito il quadro giuridico nazionale e sovranazionale di quella fase, poi si è addentrata negli aspetti della specifica vicenda, quindi formulerà alla Corte la richiesta della pena per i reati contestati a Salvini, che all’epoca era ministro degli Interni.
Rischio fino a 15 anni di carcere per aver mantenuto la parola data con gli elettori, ha scritto Salvini sui social, rifarei tutto. La difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura".
Questa vicenda, ha precisato Salvini, è una responsabilità della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata di chi non sa vincere nelle urna e prova ad eliminare i rivali per via giudiziaria.
Nessun commento:
Posta un commento