“La morte di Alexei Navalny è un terribile crimine che molti temevano da tempo. Esso unisce il destino dell’eroico oppositore russo a quello di altri avversari che hanno trovato la morte nel regime russo di Putin, da Anna Politkovskaya a Boris Nemtsov, solo per citarne due. È una Russia dove la negazione del diritto si traduce spesso in eliminazioni fisiche e morte. La fine imposta dal Cremlino per Alexei Navalny avviene dopo oltre tre anni di lavori forzati, di vergognosa disinformazione sul suo trattamento in carcere e di processi farsa. Sono più che condivisibili le parole del Segretario della NATO Jens Stoltenberg e del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che hanno definito Navalny una voce forte per la democrazia e la libertà, aggiungo, per denunciare la corruzione e gli atti criminali compiuti anche oltre le frontiere russe, come avvenuto con l’avvelenamento di Alexander Litvinenko ed altri numerosi tentativi di avvelenamento, come Sergei Yulia Skripal. Un altro crimine del regime, la morte di Navalny, per preparare l’ennesima elezione truccata con l’esclusione pochi giorni fa di Boris Nadezhdin, il concorrente più in vista di Vladimir Putin. E ora, ad accrescere il dolore delle decine di milioni di russi che vorrebbero uscire dall’incubo di un assolutismo violento e sanguinario che li governa vi saranno anche le espressioni beffarde e ciniche di qualche portavoce ufficiale che fornirà la solita ‘verità di Stato’”.
Lo dichiara Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d'Italia, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama.
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