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martedì 19 dicembre 2023

Salerno, prime prove di “Indipendenza”



 “Indipendenza!” – il movimento politico tenuto a battesimo da Gianni Alemanno lo scorso 25 novembre all’Hotel Midas di Roma – continua a mettere radici a Salerno ed in provincia. Nei giorni scorsi sono arrivate le nomine dei coordinatori territoriali del nuovo partito, firmate dal segretario provinciale Angelo Retta. Tra i quadri territoriali di “Indipendenza!” facile individuare diversi volti noti della politica locale e figure “storiche” della componente sociale della destra salernitana.

Il compito di coordinare la nascita dei circoli territoriali nel comprensorio dell’Agro nocerino-sarnese è stato affidato a Mariano Falcone, già segretario provinciale della Lega nel momento in cui il partito di Matteo Salvini tentò, con fin troppe esitazioni ed incertezze, di dare vita ad una struttura politico-organizzativa in grado di superare i confini “padani”. Dall’esperienza del Movimento Nazionale per la Sovranità, di cui è stato vice-segretario provinciale, proviene Francesco Annunziata, responsabile del comprensorio Picentini. Sono espressione dell’avvocatura i coordinatori territoriali della Costiera amalfitana e del Cilento, rispettivamente Livio Apicella e Silvia Mirra. Quanto alla città capoluogo, toccherà ad un altro avvocato con solida esperienza politica, Guglielmo Grieco, il compito di radicare la formazione nata su iniziativa dell’ex primo cittadino di Roma. Nei prossimi giorni, inoltre, dovrebbe essere designato il coordinatore provinciale del movimento giovanile.
Un partito “pesante”, vecchio stile, quello che sta prendendo forma a Salerno ed in provincia, come tiene a sottolineare il segretario provinciale Retta: «In questi anni – dice – abbiamo visto proliferare partiti “leggeri” all’americana, formazioni leaderistiche e liste che potremmo definire ad personam. Ebbene, in tutti questi casi è mancato l’elemento indispensabile perché un partito assolva alla sua funzione: il legame con il territorio, presupposto indispensabile per coglierne le necessità e farsene interprete fuori e dentro le istituzioni. Senza contare il vulnus costituito dalla mancanza di dialettica interna ai partiti stessi, carenza che li ha resi autoreferenziali e, troppo spesso, costituiti solo da yes-men. Ecco, costruire un partito strutturato, espressione del territorio e capace di confronto interno vuole essere un modo per recuperare la “buona politica” al servizio della comunità, come scrive Tommaso D'Angelo sulle pagine virtuali de Le Cronache, in un interessante articolo che potete leggere integralmente cliccando qui 


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