Fratelli d’Italia, il congresso si fa solo se è preconfezionato - Il Sovranista.com

Non perdere

Post Top Ad

Spazio Pubblicitario 1

Post Top Ad

martedì 21 novembre 2023

Fratelli d’Italia, il congresso si fa solo se è preconfezionato




I vertici di Fratelli d'Italia, cercano, in qualsiasi modo, di mantenere il pieno controllo sul partito al livello territoriale ed evitare scontri, guerra tra bande sulle tessere, ingerenze. Solo se si trova al quadra, con il candidato unitario, proposto dalla alte sfere romane e sopportato dalla base. D'altronde è un partito, seppure erede della destra di governo di Alleanza Nazionale, giovane, non ancora ben radicato sul territorio, con una classe dirigente ancora da costruire, che caso unico, nella storia della destra italiana, non ha correnti di pensiero tranne quella dei Gabbiani di Fabio Rampelli, ma bande territoriali e signori delle tessere, come ci racconta il collega Antonio Picariello, dalle pagine virtuali di Orticalab, quotidiano on line radicato ad Avellino e provincia, raccontando anche il congresso irpino di cui ancora non si sa la data. Non male per il primo partito politico italiano alle ultime elezioni politiche, prima forza del centro destra che governa il paese.




Solo quando si avrà la matematica certezza che tutto filerà liscio si potrà celebrare il congresso di Fratelli d’Italia. Altrimenti meglio rimandare. Il copione deve essere rispettato e interpretato ad arte.
Del resto, Fratelli d’Italia è un partito relativamente giovane, non strutturato a livello locale, che sul territorio in fondo non si è mai misurato. Fino ad oggi ha intercettato un aleatorio voto di opinione. I leader patrioti hanno cavalcato l’onda sovranista, hanno predicato e il più delle volte anche incarnato i valori della coerenza, della militanza, e i principi nazional-conservatori e nazional-popolari. Meloni ha saputo intercettare pulsioni antiche e fortemente radicate in un pezzo di società italiana, facendosi erede in chiave moderna della lunga tradizione della Destra italiana. E così Fratelli d’Italia alle ultime politiche, confermando i sondaggi, ha ottenuto un risultato sorprendente per quanto ampiamente previsto.
Ma nonostante ciò la classe dirigente della prima forza politica del Paese, che ha il suo vertice nella presidente del consiglio, è tutta da costruire.
Compito non facile, delicato. Una sfida. Anche perché Fratelli d’Italia è una realtà attrattiva, porto sicuro per chi è in cerca di una nuova collocazione, ovvero di una nuova prospettiva politica. E allora il meccanismo di selezione per l’ingresso nel partito, per potersi mettere in tasca una tessera che conta qualcosa, dovrebbe essere severo - dovrebbe - perlomeno serio.

In parte è così, però dipende dai casi. Perché in fondo incamerare iscritti è comunque fondamentale almeno quanto la trasparenza. C’è la necessità di aprire ma anche quella di mantenere un certo controllo sul partito a livello territoriale: evitare scontri, guerre tra bande sulle tessere, ingerenze, Opa e così via. I congressi meglio farli al momento giusto e solo se si trova la quadra, se ci sono le condizioni.

E’ per tale ragione che a Napoli il congresso metropolitano è stato rimandato al 21 gennaio. Troppi nomi in campo: Marco Nonno, Diego Militerni, Luigi Rispoli e Giovanni Bellerè. Si preannunciava una battaglia a suon di tessere.

Come del resto ha spiegato Sergio Rastrelli, attuale commissario del partito in città: «Siamo sempre stati un partito vivo e vivace ma allo stesso tempo ripudiamo forme di forte correntismo interno. La sfida è sull’impostazione politica unitaria, non sul confronto tra persone e gruppi contrapposti». In altri termini la linea deve essere quanto più unitaria possibile rispettando la fisiologica dialettica politica, evitando lotte interne tra blocchi di militanti.

Non solo Napoli. Stessa cosa si verifica a Livorno, dove la federazione è stata commissariata, a Roma dove il nuovo presidente sarà eletto solo a gennaio. Non era questo che aveva sperato Meloni annunciando i congressi lo scorso settembre.
In Campania, dove Fratelli d’Italia ha incassato ben 22mila e 500 tesserati, il congresso per ora si è celebrato dove non ci sono stati intoppi. Ad esempio a Benevento il 12 novembre è stato riconfermato per acclamazione il senatore Domenico Matera.
Entro fine mese ci sarà il congresso anche a Caserta: sarà Gimmi Cangiano, deputato, già coordinatore regionale del partito, a essere il portatore del vessillo di Fratelli d’Italia. Dopo Matera un altro parlamentare. Insomma, i patrioti preferiscono andare a colpo sicuro.
La partita congressuale dovrebbe chiudersi a breve anche a Salerno dove il partito risponde pedissequamente a due plenipotenziari: il senatore Antonio Iannone, commissario regionale, ed Edmondo Cirielli, vice ministro degli esteri, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia. La loro egemonia politica non solo a Salerno ma in buona parte della Campania è risaputa. Non avranno problemi ad imporre un nome.

Ad Avellino non è chiaro ancora chiaro quando si celebrerà il congresso. Inizialmente era in programma il 10 dicembre, ma si dice potrebbe essere rinviato a gennaio per una questione organizzativa. Oppure potrebbe essere come altrove: ovvero il partito vuole evitare di spaccarsi.
Infatti circolano due nomi per la carica di coordinatore: uno è quello di Ines Fruncillo, new entry che proviene dalla file di Forza Italia anche se in precedenza ha militato in Alleanza Nazionale; l’altro papabile è Nello Mainolfi, dirigente storico di Alleanza Nazionale. Bisognerà capire se si potrà celebrare un congresso unitario. Altrimenti, ci sarà da attendere.
Perché il congresso di Fratelli d’Italia si celebra solo se preconfezionato, se non ci sono sorprese, se il coordinatore-presidente, così si definisce, è bello e fatto prima ancora di essere candidato. Con buona pace dei militanti.

Nessun commento:

Posta un commento

Banner 700

Spazio Pubblicitario 2