di Antonio Rapisarda
Fonte Libero 15 maggio 2023
Ci hanno provato e riprovato con Giorgia Meloni cercando tracce di fascismo – anche quelle farlocche – nella sua storia politica: niente da fare. È stato il turno, poi, della fantomatica “lobby nera” con cui hanno cercato di azzannare almeno i suoi fedelissimi: un buco nell’acqua clamoroso. Si sono arresi all’evidenza?
Per nulla. A sinistra non se ne fanno proprio una ragione.
L’ultima trovata vede in campo due colossi dell’informazione progressista– De Benedetti e il gruppo Gedi, Domani e Repubblica – che a ridosso della “festa della mamma” hanno pensato bene di portare l’attacco al cuore della famiglia: alla madre della premier, Anna Paratore. È lei l’obiettivo, insieme a Giorgia, di due inchieste ribattezzate «Meloni e gli affari di famiglia» e «La sfavorita» nelle quali alla leader di FdI è stato contestato fondamentalmente un nuovo reato: degno, questo sì, dei tribunali sovietici. Quale? Quello di aver costruito una formidabile (e vera) «narrazione» con la sua autobiografia “Io sono Giorgia”. Troppo secondo le firme dei giornali progressisti che per 7 mesi (sic) hanno passato a setaccio le pagine della sua storia producendo un gigantesco fact checking. Risultato? Nulla di rilevante: né dal punto di vista giudiziario né da quello politico.
Per nulla. A sinistra non se ne fanno proprio una ragione.
L’ultima trovata vede in campo due colossi dell’informazione progressista– De Benedetti e il gruppo Gedi, Domani e Repubblica – che a ridosso della “festa della mamma” hanno pensato bene di portare l’attacco al cuore della famiglia: alla madre della premier, Anna Paratore. È lei l’obiettivo, insieme a Giorgia, di due inchieste ribattezzate «Meloni e gli affari di famiglia» e «La sfavorita» nelle quali alla leader di FdI è stato contestato fondamentalmente un nuovo reato: degno, questo sì, dei tribunali sovietici. Quale? Quello di aver costruito una formidabile (e vera) «narrazione» con la sua autobiografia “Io sono Giorgia”. Troppo secondo le firme dei giornali progressisti che per 7 mesi (sic) hanno passato a setaccio le pagine della sua storia producendo un gigantesco fact checking. Risultato? Nulla di rilevante: né dal punto di vista giudiziario né da quello politico.
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