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mercoledì 19 aprile 2023

E a Melito il sindaco sostenuto da Fdi finisce in galera per camorra




Giorgia Meloni , abbiamo un problema: si accumulano in casa FdI le rogne con le mafie. L’ultima ieri: la Procura anticamorra di Napoli ha spedito in carcere il sindaco di Melito, Luciano Mottola, eletto nel 2021 in un centrodestra guidato da FdI e diviso al primo turno.

Le indagini della Dia accusano Mottola di voto di scambio politico-mafioso: avrebbe vinto le elezioni per un soffio – 387 voti in più della candidata Pd-5 Stelle Dominique Pellecchia – grazie a un patto scellerato con il clan degli Scissionisti, gli Amato-Pagano, che avrebbe deviato su di lui al ballottaggio i consensi che la camorra spremeva dal controllo criminale delle Palazzine 219, tra violenza e minacce, elargizioni in denaro e promesse di posti di lavoro. Voti che al primo turno erano confluiti sul rivale Nunzio Marrone, appoggiato da Forza Italia, Lega e liste civiche, non indagato. Ma lo è il padre, Vincenzo Marrone, tra i 18 arrestati dell’ordinanza firmata dal Gip Isabella Iaselli: sarebbe stato il regista di tre candidature camorristiche nelle liste del figlio, concordate con lo scissionista Vincenzo Nappi ’o pittore, ucciso il 23 gennaio scorso. Due di quelle candidature erano in una lista civica e una in Forza Italia, l’arrestato per concorso esterno in associazione camorristica Antonio Cuozzo (passato in FdI l’anno scorso). “Siamo andati a prendere la gente da dentro le case… ehh… a qualcuno l’abbiamo obbligato proprio a uscire…”, si ascolta in un’intercettazione sul ballottaggio.

Terra disgraziata, Melito, 38 mila abitanti ai confini di Scampia e Secondigliano: da un decennio i sindaci non riescono a completare il mandato e sulle amministrazioni si respira l’alito fetido delle pressioni criminali. Quest’inchiesta, infatti, nasce dalla denuncia delle intimidazioni subite dal sindaco di centrodestra in carica nell’ottobre 2020, “vai via o ti sfiduciamo”. L’anziano Amente, politico di lungo e chiacchierato corso, morì di Covid un mese dopo (altrimenti sarebbe stato arrestato l’anno dopo). Divenne sindaco facente funzioni proprio Mottola, classe 1984, giornalista pubblicista, sfiduciato anche lui qualche mese dopo. E comunque ricandidato, scelto per il suo volto giovane, come scrive il collega Vincenzo Iurillo, in un interessante articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano di mercoledì 19 aprile. Articolo che potete leggere integralmente cliccando qui 


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