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martedì 7 marzo 2023

Gianfranco Fini al processo per l’appartamento di Montecarlo: “ingannato dai Tulliani”



"La vendita dell'appartamento di Montecarlo é stata la vicenda più dolorosa per me, sono stato ingannato da Giancarlo Tulliani e dalla sorella Elisabetta. Solo nel dicembre 2010 ho scoperto che il proprietario della casa era Tulliani e ho interrotto i rapporti con lui".
Lo ha affermato Gianfranco Fini, ultimo segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano Destra nazionale, unico e solo presidente di Alleanza Nazionale, ascoltato in aula, a Roma, nel processo per riciclaggio che lo vede imputato insieme, tra gli altri,  alla sua compagna Elisabetta, Giancarlo e Sergio Tulliani, rispettivamente compagna, cognato e suocero di Fini. Al centro della vicenda giudiziaria che riguarda l'ex presidente della Camera la vendita della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale, che sarebbe stata acquistata, secondo l'accusa, da Giancarlo Tulliani attraverso società off-shore con i soldi dell'imprenditore Francesco Corallo, accusato di associazione a delinquere finalizzata al peculato, riciclaggio ed evasione fiscale. Un'operazione effettuata nel 2008, per poco più di 300mila euro e che con la vendita dell'immobile nel 2015 fruttò un milione e 360mila dollari.
Fra gli altri imputati a processo c'è anche l'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta. 
«Anche il comportamento di Elisabetta mi ha ferito, dichiara Fini, precisando:  ho scoperto solo dagli atti del processo che lei era comproprietaria dell'appartamento e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo»
. Rispondendo alle domande dei difensori e del pubblico ministero, l'ex presidente della Camera ha aggiunto: "sono stato coinvolto in questo processo in seguito a decine di dichiarazioni false fatte da Amedeo Labocetta per un astio politico, nei miei confronti, che era ben noto. Il 2010 era l'anno del mio scontro con Silvio Berlusconi, il clima era diventato incandescente e agli occhi di molti ero un bersaglio da colpire"

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