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giovedì 23 febbraio 2023

Napoli, la protesta di un prof: Non parlano italiano ma me li fanno promuovere



di Marco Visconti 

Francesco Saverio Orefice, docente di lettere dell’ «Isis Elena di Savoia» di Napoli, ha mosso una pesante critica nei riguardi del modus operandi della scuola ove insegna: i dirigenti e i docenti gonfiano i suoi voti per promuovere gli studenti, alcuni colleghi lo boicottano, alcuni genitori lo hanno minacciato di persona affinché lui non mettesse note disciplinari o voti negativi ai loro rispettivi figli.

 Orefice espone il suo disappunto tramite mail al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Valditara, «da ben 6 anni sono oggetto di continue discriminazioni da parte dei dirigenti scolastici che si sono avvicendati e dei colleghi a causa della mia attività didattica improntata all’assoluto rispetto della normativa vigente. Nell’istituto “Isis Elena di Savoia” corso enogastronomico è ormai consuetudine gonfiare i miei voti per non perdere i “clienti”, non vi è alcun rispetto per le più elementari regole di convivenza civile; lo scrivente è stato più volte intimorito, minacciato e aggredito da genitori e alunni in quanto rifiuta di gonfiare i voti e pretende di svolgere regolare lezione Nella scuola entra ed esce chiunque, soprattutto genitori che interrompono la lezione e aggrediscono il docente, come accaduto a chi le scrive alcuni anni fa or sono alla presenza di discenti e colleghi. Durante gli scrutini finali i voti proposti, seppur assolutamente insufficienti, sono scandalosamente gonfiati senza fornire adeguata motivazione e qualora lo scrivente si presenti agli esami di recupero viene sistematicamente sostituito da altri colleghi con le scuse più banali onde evitare un corretto esame del candidato. Sono presenti nelle classi numerosi alunni stranieri che non capiscono una parola della nostra lingua e si pretende che sia assegnata loro una valutazione sufficiente. Il registro elettronico di ogni singola classe trabocca di note disciplinari ma nessun provvedimento viene adottato dal consiglio di classe, se non in casi estremi, onde non scontentare e perdere i “clienti” e, soprattutto, evitare che si perdano cattedre: in tutte le classi la circolare che vieta l’uso dei telefonini cellulari durante la didattica è totalmente ignorata e gli alunni giocano, ascoltano musica o dormono scandalosamente sui banchi. Chi le scrive è sistematicamente boicottato, discriminato e calunniato a causa delle sue idee politiche in quanto nella scuola in oggetto la quasi totalità dei docenti è simpatizzante dei Cobas, Cgil, Pd e altre organizzazioni consimili, ad esempio viene sistematicamente ignorato e passato sotto silenzio il giorno del ricordo delle vittime delle Foibe che lo scrivente celebra in solitudine. Nell’anno scolastico 2021-22 chi le scrive è stato oggetto di calunnia e diffamazione a mezzo lettera inviata al dirigente e firmata dagli alunni da una singola classe, onde liberarsi di un professore scomodo che pretende di svolgere la lezione regolarmente. I firmatari della lettera hanno poi ritrattato e ammesso di aver inventato il tutto istigati, però, da un collega del corso. Chi le scrive è stato più volte verbalmente aggredito da genitori infuriati a causa dei voti e delle note disciplinari riportate dai discenti e chi le scrive il giorno 16 febbraio chi le scrive viene interrotto nel corso della lezione, convocato in presidenza e aggredito e minacciato da un energumeno che tenta di colpirlo con un casco da motociclista, il tutto sotto lo sguardo compiaciuto della dirigente e di altri colleghi». Orefice mostra la sua denuncia, effettuata al comando dei carabinieri della sezione del Vomero, nei riguardi del genitore che lo ha minacciato a scuola in data 16 febbraio. Il genitore lo ha minacciato perché il docente ha messo una nota disciplinare alla figlia. Purtroppo ciò che dice Orefice, in merito alle promozioni regalate per accontentare la «clientela», diventa un fenomeno sempre più diffuso nelle scuole. Orefice vanta 27 anni di servizio come docente, auspica che il ministro gli dia una risposta concisa alle sue vibranti parole.

Fonte Le Cronache 

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