Mercogliano (Comitato Fermare la Guerra): "Biden corre da Zelenzky e se ne infischia della Meloni. La triste fine che fanno i servi delle elite di Bruxelles" - Il Sovranista.com

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martedì 21 febbraio 2023

Mercogliano (Comitato Fermare la Guerra): "Biden corre da Zelenzky e se ne infischia della Meloni. La triste fine che fanno i servi delle elite di Bruxelles"




" Quando un presidente Usa si presenta a sorpresa in un "teatro di guerra", senza aver programmato la sua visita e per giunta in una situazione di incolumità non garantita, non lo fa per rendere omaggio al suo alleato e per offrire ai giornali di tutto il mondo argomenti su cui costruire le tesi più fantasiose. L'opinione pubblica americana è in fermento e la campagna elettorale per le primarie repubblicane e democratiche per le presidenziali Usa sta per entrare nel vivo. La guerra in Ucraina sta creando forti disagi a Biden e il pericolo di un prepotente ingresso di Pechino nello scenario del conflitto - per adesso, soltanto con l'ipotesi di fornire armamenti a Mosca - è una opportunità che il Presidente Usa non può permettersi di offrire a Trump e al Gop in vista delle presidenziali. Ovviamente dei fermenti in Usa contro la guerra in Ucraina nessun media europeo e italiano parla".

Lo afferma  Luigi Mercogliano, storico esponente della destra partenopea nel Movimento Sociale Italiano prima in Alleanza Nazionale poi, esponente del Comitato Fermare la Guerra, precisando: "a conferma di questa preoccupazione però vanno lette le fibrillazioni nello scacchiere orientale che provengono da Pyongyang, che approfitta del momento per alimentare la sua propaganda nucleare antiamericana. Una polarizzazione cosi antioccidentale in quell'area geopolitica non è un buon segnale. Perciò, al di là dei soliti toni trionfalistici che riportano i giornali europei che addirittura azzardano un paragone (irriverente!) tra Biden e Ronald Reagan, il messaggio all'alleato ucraino e al resto della coalizione è chiaro: questa guerra deve finire, è tempo di sedersi a un tavolo per fare la pace con Putin. E se la prospettiva è cedere parti di territorio, poco conta. Per l'americano la priorità oggi è evitare di condurre uno scontro frontale con Trump, che è amico di Putin, sul tema di una infinita e costosa "campagna di Russia" che, a lungo andare, può soltanto danneggiare i piani dell'attuale inquilino della Casa Bianca. L'altro segnale che va colto è all'Europa. Biden e gli Usa organizzano un blitz non concordato a Kiev senza avvisare l'UE e i vertici di Bruxelles. Come a dire "il mondo lo comandiamo noi, voi siete soltanto dei gregari". Fa quasi tenerezza, in questo frenetico sisseguirsi di eventi, la corsa a inseguire della premier italiana che, nel tentativo di recuperare la brutta figura fatta la settimana scorsa a Bruxelles - quando l'avevano esclusa dalla cena di Parigi e il suo disappunto l'aveva indotta, pena la mancanza di esperienza internazionale, ad aprire un imbarazzante caso europeo con Parigi e Monaco - viene pesantemente calpestata da Biden il quale, pur sapendo del suo incontro di oggi con Zelensky, se ne infischia e la anticipa attirando su di sé tutta la scena internazionale per la gioia di Francia e Germania e della Commissione Europea che mal digeriscono - al di là dei sorrisi e delle dichiarazioni di circostanza - la post fascista Meloni. Che, detto con chiarezza, per loro resterà sempre una post fascista nonostante tutti gli sforzi fatti per farsi accettare tra le élite tecnocratiche europee"

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