Quando Giuliano Castellino fu denunciato per aver partecipato ad una manifestazione pubblica di Nessuno tocchi Caino con raccolta firme a sostegno dello sciopero della fame di Rita Bernardini per chiedere alla politica misure urgenti per fermare l'emergenza suicidi nelle carceri - ricordiamo che l'anno scorso fu quello del record assoluto nella storia italiana del dopoguerra - io fui tra i primi a saperlo e il primo a difenderlo pubblicamente. Anche perché ero stato io a mettere al corrente di quella manifestazione Giuliano, che aveva appena manifestato la sua intenzione di aderire a Nessuno tocchi Caino, e quindi sentivo la sua partecipazione con conseguente querela come una mia responsabilità. La notizia infatti fu ripresa dal Il Fatto Quotidiano citando me come fonte e pure la Repubblica scrisse che ero io colui che aveva portato Castellino ad avvicinarsi a NTC.
Lo scrive in una nota, diffusa alla stampa, Umberto Baccolo, dirigente di Nessuno Tocchi Caino, precisando: " la mia difesa, nella quale dicevo sostanzialmente le stesse cose che l'avvocato Carlo Taormina ha detto in tribunale e aveva detto a me quel giorno quando gli raccontai dell'intervento della Digos per allontanare Giuliano, fu ai tempi criticata e contestata da molti. Quindi è per me una grande soddisfazione sapere che il Tribunale ha deciso che Taormina e, più in piccolo, io avevamo ragione, assolvendo Castellino per i motivi da noi indicati. Ma soprattutto sono contento di questo sia per Giuliano, che non meritava altri guai, che per Nessuno tocchi Caino, le cui battaglie nonviolente di civiltà non devono essere sporcate da polemiche che distraggono dagli importantissimi temi che l'associazione mette al centro del dibattito da 30 anni ad oggi, che soprattutto per tutte le persone che si trovano con misure di sorveglianza speciale, perché questa è una sentenza per certi versi storica di quelle che possono fare scuola e diventare precedenti per molte altre situazioni simili.
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