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giovedì 2 novembre 2023

Ricordando Pino Rauti nell'undicesimo anniversario della scomparsa





di Raffaele Schiavone 

Undici  anni fa, il 2 novembre 2012, lasciava questo mondo Pino Rauti uno dei massimi esponenti della destra sociale. Rauti da giovane aderì alla RSI e nel dopoguerra partecipò al dibattito interno del MSI, il rapporto tra Rauti e il MSI non fu sempre roseo. Per tutelare e continuare ad analizzare il periodo del ventennio, Rauti fondò il centro studi Ordine Nuovo, in cui figurava anche il casertano Stefano delle Chiaie, entrambi vicini alle idee del filosofo Julius Evola. Rauti si differenziava da tutti gli altri storici leader del MSI, in quanto egli da politico non dimenticava la sua provenienza da storico del secolo scorso. Da autentico movimentista quale era, si deve l'intuizione politica dell'andare oltre al concetto di destra e di sinistra, tanto da teorizzare il famoso sfondamento a sinistra portando avanti le istanze anticapitaliste e terzomondiste, in totale contraposizione  sia con il neoliberismo che con il socialismo, propendo quindi la terza via. Nel 1995 Rauti, di fronte all’alleanza di Fini con Silvio Berlusconi e alla nascita di Alleanza nazionale, uscì dal neonato partito in aperta polemica con "la svolta di Fiuggi", animando così il Movimento Sociale Fiamma tricolore, partito nazional-rivoluzionario, punto di riferimento per il neo-radicalismo di destra nell’Italia avviata ormai al bipolarismo. Non fu un successo, dato che dal partito neo-missino sorsero altri soggetti politici, come il movimento Fascismo & Libertà, Forza nuova, Fronte sociale nazionale ecc. 
Ma l'eredità politica/movimentista del pensiero rautiano è più attuale che mai. 

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