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lunedì 14 novembre 2022

In difesa di Enrico Montesano contro lo snobismo elitario della Lucarelli. L'analisi di Schiavone

                                   


 

                                        “Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente” Indro Montanelli dixit. Tale massima sarebbe il caso di renderla presente a Selvaggia Lucarelli campionessa mondiale di supponenza e membro autorevole del vigoroso circolo -pseudo- intellettuale che poggia le proprie basi ideologiche sul tipico snobismo elitario. La Lucarelli, che si atteggia da pubblico ministero su ogni argomento di stretta attualità solo perché ogni sabato sera su RAI1 è componete fisso della giuria del fortunato programma “Ballando con le stelle”, questa volta prende letteralmente di mira Enrico Montesano reo di aver indossato una t-shirt nera con il logo e il motto (Memento Audere Semper coniato dal Vate Gabriele D’Annunzio) della X° flottiglia MAS.


Forse sarebbe il caso che la Lucarelli, anziché starnazzare come una delle tante "oche giulive" ( con tutto il rispetto per le leggendarie oche giulive, in quanto queste nell’ antica Roma del 390 a.C. salvarono il Campidoglio poiché con il loro starnazzare misero in allerta i romani dall’imminente invasione barbarica ) dei nostri angusti e qualunquisti tempi, studiasse in maniera seria e approfondita quel periodo storico, ella poi scoprirebbe che la X° flottiglia MAS è stato un fiore all’occhiello delle nostre forze armate; MAS originariamente era l’acronimo di Motobarca Armata Svan (dalla fabbrica che originariamente le costruiva) ribattezzata successivamente in Motoscafo Armato Silurante, MAS diverrà poi il sinonimo di qualsiasi mezzo leggero impegnato in azioni veloci in mare. Il comandante era il principe Junio Valerio Borghese, il quale nonostante il suo pesante titolo nobiliare e la sua appartenenza al mondo aristocratico romano si rivela un soldato intrepido che comprende la guerra moderna e non esita di fronte a niente a nessuno, sfidando e vincendo la morte in più occasioni a cominciare dalla guerra civile spagnola a cui prese parte come ufficiale volontario a sostegno del generalissimo Francisco Franco. Inoltre, le maestranze nautiche e gli ingegneri che sviluppano i motoscafi e le armi che equipaggiavano la flottiglia della ‘X MAS’ avevano pochi rivali al mondo come perfezionamento e capacità: oserei dire nessun rivale, nella sua specialità, tanto che i tedeschi stessi, che all’inizio del conflitto sono la potenza più avanzata tecnologicamente, non possedevano nulla di simile e guardavano a Junio Valerio Borghese con invidia e ammirazione. Ecco, con buona pace della contestatrice seriale, la XMAS fa parte a pieno titolo della nostra storia e quindi volente o nolente non si può cancellare ne esporre a pubblico ludribio come invece si ostinano a fare i novelli sacerdoti e sacerdotesse del politicamente corretto e della cancel culture.

La RAI è intervenuta sulla vicenda e con un duro comunicato stampa mette alla porta Montesano; strano perché “pomata” (così Montesano è sopranominato nel celebre film con Gigi Proietti “Febbre da cavallo” divenuto un vero e proprio cult) ha indossato la t-shirt durante le prove settimanali, le quali sono registrate e soggette alla revisione per il successivo montaggio e doppiaggio. In questa operazione la RAI mostra tutta la sua ipocrisia, in quanto consente liberamente a personaggi ambigui ed equivoci di volteggiare da un programma all’altro sulle varie reti pubbliche e si scandalizza per il motto di D’Annunzio. E proprio il caso di dirlo: Mala tempora currunt!


POST SCRIPTUM:

Scommettiamo che se al posto della t-shirt della XMAS, Montesano avesse indossato la classica t-schirt con l’effige di Che Guevara o quella di Marx, Lenin e Mao, nessuno si sarebbe stracciato le vesti -come il sommo sacerdote capo del Sinedrio Caifa– gridando allo scandalo?! D’altronde sono gli stessi “intellettuali” alla Roberto Saviano che piangevano e esprimevano pubblica vicinanza e solidarietà al latitante “fratello rosso terrorista” Cesare Battisti a loro giudizio vittima della persecuzione giudiziaria e reazionaria di stampo italiana.



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