È scontro sul linguaggio di genere fra il segretario generale del Comune di Palermo, Raimondo Liotta, e il vicesindaco Carolina Varchi, che è anche deputato nazionale di Fratelli d'Italia. Dopo la direttiva inviata agli uffici di Palazzo delle Aquile, con la quale Liotta invitava i dirigenti a usare la declinazione al femminile di qualsiasi carica "allorquando tale carica sia rappresentata da una donna", Varchi non ci sta e anzi si oppone apertamente.
Sull'onda della presa di posizione del suo leader Giorgia Meloni, che ha fatto sapere di voler essere chiamata "il presidente del Consiglio", Varchi trasmette a sua volta una nota ai dipendenti del Comune, evidenziando il suo "disinteresse per la modifica della desinenza" e sottolineando come "iniziative simili distolgano l'attenzione da un'autentica difesa di diritti e prerogative delle donne che certamente - aggiunge - non sono riconducibili all'utilizzo di una vocale in luogo di un'altra ma che richiedono interventi incisivi in materia di sostegno al lavoro femminile, alla parità salariale, alla famiglia (anche mediante l'erogazione di servizi per l'infanzia), al contrasto di ogni violenza di genere".
Prosegue Varchi: "soltanto se e quando ogni battaglia per l'affermazione completa e compiuta delle pari opportunità sarà vinta, si potrà tornare a dibattere su questioni squisitamente lessicali che nulla tolgono e nulla aggiungono all'affermazione dei diritti delle donne".
lunedì 24 ottobre 2022
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"Sono vicesindaco e non vicesindaca": a Palermo Carolina Varchi contro il segretario generale del Comune
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di Giuseppe Parente
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