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lunedì 3 ottobre 2022

Paolo Santanelli: il Carroccio al Sud non Lega piu'


 

di Carlo Alberto Paolino

Il “carroccio” sta perdendo le ruote, rallentando la sua corsa verso l’inseguimento di  obiettivi sognati quando era la forza trainante del centrodestra. Non siamo noi certo a giudicare la disfatta del 25 settembre, ma riportiamo la “visione” di un ex leghista, Paolo Santanelli.

Flop della Lega in Campania e al sud... epilogo già previsto da chi ragionando da politico e non da tifoso, aveva saputo interpretare a tempo debito quelli che erano chiari segni premonitori, fino a sospettare che quegli errori banali che portarono all'esclusione di tutte le liste della Lega alle Comunali di Napoli, potessero essere stati commessi volontariamente, solo per sottrarsi ad una quasi sicura debacle elettorale.

Per quanto Salvini non voglia ancora ammetterlo, il tracollo del 25 settembre è stato numericamente importante per cui a breve, così come prevede la più banale grammatica politica, gli sarà presentato il conto poiché per gli esponenti del Carroccio delle regioni del nord, reo di avere dissipato un patrimonio di ben 25 punti percentuali in soli tre anni. L'occasione sarà ovviamente rappresentata dall'ormai prossimo Congresso Federale della Lega Nord che non a caso è stato ripetutamente rinviato fino a dopo le elezioni.

Con il voto del 25 settembre si è chiusa però a mio avviso, una partita contro Salvini iniziata nel maggio del 2019 quando la Lega affermandosi al meridione con un netto 23,46% di consensi, creò malumori negli imprenditori e nelle banche del nord che ravvisarono in questo risultato, un concreto rischio di vedersi drenare dai "terroni", gran parte di energie e risorse che fino a quel momento erano state solo appannaggio del nord.

È molto probabile allora, che nella stanza dei bottoni possa essere stato deciso di riscrivere la sua storia, facendo leva su quella fanciullesca ingenuità che quotidianamente traspare dal suo sorriso sincero stampato in volto. Potrebbe difatti, essergli stato suggerito prima di dimettersi dal Governo, facendo fede sulle promesse di Zingaretti e poi con la scusa delle infiltrazioni mafiose, di commissariare tutte le regioni del sud facendo trasparire così i parlamentari come degli incapaci, disgregando il corpo dei militanti storici e contrariamente a quanto avvenuto fino a quel momento, permettendo l'ingresso indiscriminato nel partito di personaggi in grado di trainare grandi gruppi di elettori, indipendentemente dal loro pedigree. 

Ultimo passo falso è stato infine, l'appoggio al Governo Draghi al quale, come da indiscrezioni di queste ultime ore, Matteo Salvini sarebbe stato del tutto contrario ma obbligato a dare.

Un copione identico allora sia in Campania che in Puglia, Calabria e Sicilia, che potrebbe avere avuto come fine ultimo quello di far fallire il progetto di nazionalizzazione del partito.

I segnali della fregatura ci sono purtroppo tutti ed anche le indicazioni emerse dal Consiglio Federale non sono a mio avviso incoraggianti perchè il volerlo a tutti i costi Ministro nel nascente governo, potrebbe nascondere la batosta delle dimissioni al  prossimo Congresso Federale, il che decreterebbe la fine della sua leadership e probabilmente in breve tempo, anche della sua carriera politica (ed è per questo motivo che non gli daranno mai il Ministero dell'Interno).

Matteo Salvini non è comunque un uomo qualunque avendo in passato dato ampia prova di essere un leader con grandi capacità sia comunicative che organizzative, per cui perderlo non sarà un bene per tutta la coalizione di centro-destra. A mio avviso se ciò dovesse accadere, non avrà che una possibilità ed ossia quella di procedere ad una scissione dalla Lega Nord facendo squadra con altre forze identitarie e sovraniste che stanno mettendo radici profonde soprattutto al sud, proprio dove lui si è giocato la partita del cuore. I presupposti ci sono tutti.

Noi possiamo fare solo delle domande, a chi toccherà la ricostruzione e il restauro delle “ruote” del  carroccio.

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