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lunedì 10 ottobre 2022

Filippo Rossi: "Per Meloni Vox è il richiamo della foresta. Ma così si contraddice"



di Concetto Vecchio


Filippo Rossi, autore del libro "Manifesto per la buona destra", oggi esponente di Azione, Giorgia Meloni ha detto che vuol fare come in Polonia.


"Sì, ma non ha detto concretamente cosa intende fare".

Diritti, famiglia, libertà di stampa?

"Mah, credo che il suo sia soltanto un trucco retorico. Ieri da Vox è scattato il richiamo della foresta".

Pensa che sia solo propaganda?


"È dentro la tenaglia tra quel che era e quel che deve essere. Sa benissimo che col populismo non si governa, e infatti oggi in tv ho sentito Urso dire che ci sarà continuità con Draghi su energia e Ucraina".

Di lotta e di governo?

"Ad esempio ha chiesto più Europa sull'energia e infatti un giornale ha titolato "La Meloni si sveglia Calenda". E invece da Vox ha risfoderato l'Europa delle piccole patrie".

Che governo farà?
"Il fatto che intenda mettere dei tecnici nei posti chiave è un tradimento assoluto del governo politico promesso per anni, la smentita di una narrazione. Ed è anche la conferma di una mancanza di classe dirigente. Possibile che il centrodestra non disponga di un politico all'altezza che vada bene come ministro dell'economia?".

Insomma, dovrà fare un bagno di realismo?

"Esattamente. Meloni è combattuta tra l'idea di un'Europa che tende alla chiusura e la necessità di fare i conti con la realtà".

Ma i riferimenti culturali restano quelli dell'estrema destra, di Vox.

"Vox, Trump, Bannon, Orbàn"

Però oggi Orbàn non l'ha citato.

"Ma hanno parlato alla stessa convention. Resta un compagno di strada".

Quindi Meloni è ancora in campagna elettorale?


"Sì, che rischia di essere permanente. Ad esempio ripete ogni giorno di voler essere alternativa alla sinistra. Ma è una frase autoconsolatoria, per mascherare i problemi. Dicesse cosa vuol fare, piuttosto! È speculare al Pd in questo".

Molti hanno però apprezzato una certa sobrietà in questa prima fase.


Non è diventata una liberal. Non è del Ppe. Non è diventata europeista. Ha due partner, Lega e Forza Italia che hanno sempre coltivato rapporti con Putin. Sono eredità che pesano".

Cosa farà?

"Penso che non potrà tradire sé stessa fino alla fine".

E quindi fare delle cose identitarie, tipo Polonia?


"No. Dirà cose identitarie. È diverso".

Ma prima o poi questa contraddizione scoppierà?

"Infatti il suo governo potrebbe durare molto poco, come pensano già in tanti".

Sulla strategia Lgbt+ del governo Draghi i suoi però sono insorti.


"Ma l'hanno fatto perché non decidono loro. In fondo sono ancora all'opposizione".

Mi sembra ottimista.

"Salvini ha usato la stessa tecnica con l'Ucraina. Contrario all'invio di armi, ma poi ha sempre votato i provvedimenti".

E sull'antifascismo?

"Non credo che non festeggerà il 25 aprile".

Ne è sicuro?

"Sì, Fdi è un partito sovranista, non più neofascista".

A fine mese, da premier, le chiederanno della marcia su Roma.

"Non dirà nulla. Come ha detto Urso: 'Non facciamo gli storici, facciamo politica'".


Fonte La Repubblica 

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