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venerdì 14 ottobre 2022

Come mai gli operai votano FdI e Lega? L' analisi di Italia Oggi


di Domenico Cacopardo 

Sabato 8, i romani hanno assistito all'introduzione di un nuovo metodo di manifestazione sindacale: la protesta preventiva, insieme alla rivendicazione anticipata di ciò che il sindacato radicale e perdente -la Cigl- pretenderebbe dal potere politico non ancora insediato.
In passato, un leader sindacale di tutto rilievo come Giorgio Benvenuto inventò per la Uil, che dirigeva, la felice formula del «sindacato dei cittadini», di una organizzazione che affiancava i lavoratori anche nelle loro rivendicazioni civili, quelle che formulavano in quanto cittadini. Un sindacato, quella Uil, che insieme alla Cisl di Pierre Carniti e alla Cgil riformista di Luciano Lama e di Bruno Trentin partecipò in modo attivo alla svolta riformista impressa al Paese e di cui il taglio della scala mobile del 1984 rappresentò il primo passo significativo.
Una vocazione prestissimo frenata da Enrico Berlinguer, segretario del Pci, che impose a Lama di non firmare l'intesa che aveva negoziato e di cambiare linea, tentando di rovesciare il tavolo che fu invece rinsaldato dalla volontà popolare con un referendum perso proprio da Berlinguer.
Dopo la confusa stagione di Ciampi e Prodi, con il tentativo di governare l'economia utilizzando un tavolo permanente di confronto tra governo e organizzazioni datoriali e di lavoratori, la forza della realtà ha imposto le regole della democrazia competitiva e la rinuncia a qualsiasi concertazione nella quale ogni partecipante finiva per dimenticare gli interessi che presiedeva. In questa fase, emerse una Cgil di lotta e contestazione, sotto la direzione radicale di Cofferati, Epifani, Camusso e, ora, del più radicale di tutti, una specie di tribuno che risponde al nome di Maurizio Landini.
Il suo curriculum segna una serie di storiche sconfitte alla guida della Fiom, sindacato dei metalmeccanici aderente alla Cgil. C'è da ricordare che il lavoratore, classicamente l'«operaio», è oggi, quando c'è, un personaggio ben diverso da una decina d'anni fa.
Tanto è vero che vota Lega e vota Fratelli d'Italia: non in forma esclusiva, ma significativa. Landini dovrebbe chiedersi il perché di questa scelta per capire le ragioni del mutamento della sua base sindacale.

Fonte Italia Oggi 

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