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martedì 6 settembre 2022

Mario Adinolfi : l'unico voto possibile è quello dato ad Alternativa per l'Italia



La novità di queste elezioni politiche di domenica 25 settembre, senza ombra di dubbio, è data, dalla presenza di alcuni partiti antisistema che potrebbe attrarre il consenso di molti italiani, stanchi delle attuali politiche anti popolari che stanno conducendo il nostro paese verso una crisi economica e sociale gravissima. Tra questi partiti c'é Alternativa per l'Italia, movimento politico nato da un patto federativo tra il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, e Exit di Simone di Stefano. 

Al fine di poter consentire il conoscere per deliberare ai nostri lettori, intervisto Mario Adinolfi, capolista al Senato al quale rivolgo alcune domande alle quali risponde evitando il politichese.


Qual è il programma di Alternativa per l’Italia?

Con Simone Di Stefano non abbiamo voluto scrivere un inutile libro dei sogni, ma pochi punti concreti e realizzabili che sono il cuore della nostra comune proposta politica. Innanzitutto, proponiamo il sostegno diretto alla natalità con il Reddito di Maternità, per contrastare il collasso delle strutture del welfare ormai prossimo con gli attuali tassi di fertilità. Vogliamo dare incentivi alla piccola e piccolissima impresa a conduzione familiare, in particolare per gli under 40 come modalità di autoimpiego e contrasto alla disoccupazione, rifiutando qualsiasi sostegno diretto o legislativo all’espansione di imprese multinazionali ai danni delle imprese italiane. Siamo poi a favore della libertà educativa per scuole e università, con scelta diretta libera e gratuita per le famiglie, contro l’imposizione del pensiero unico e dell’ideologia gender. Bisogna sostenere le famiglie anche con la riforma del fisco secondo il principio del quoziente familiare. Vogliamo evitare che si realizzi la digitalizzazione dell’identità del cittadino anche attraverso strumenti di controllo come il green pass e l’obbligo vaccinale e ci impegniamo a difendere la sovranità nazionale e gli interessi degli italiani dall’ingerenza delle strutture tecnocratiche sovranazionali. Lavoreremo per una riforma costituzionale presidenzialista a elezione diretta, che impedisca per sempre che il potere esecutivo finisca nelle mani di un tecnocrate non eletto dal popolo. Daremo un sostegno ai giovani per il diritto al lavoro stabile, alla casa per le coppie sposate under 40. Infine, un’attenzione particolare agli anziani e ai disabili con l’innalzamento immediato a 1.000 euro delle pensioni minime, di vecchiaia e invalidità.

Il vostro programma ha al primo punto il sostegno alla natalità e alla vita. Tra le sue battaglie, è ben nota quella contro la Legge 194 e l’eutanasia. Una scelta che sembra in controtendenza rispetto ai programmi delle maggiori forze politiche.

E’ proprio così. Pd, M5S e Calenda-Renzi sono per aborto e eutanasia. Per Lupi, Toti e Cesa la Legge 194 non si tocca. Forza Italia ai temi etici è indifferente e tende ad aiutare le sinistre con i voti decisivi per far passare le peggiori leggi. Nella Lega Zaia è esplicitamente pro-eutanasia e per Salvini “sull’aborto decidono le donne”. Per Giorgia Meloni “nessuno vuole toccare la 194”. Questi sono i fatti. Ora i fatti dicono che se credi che esistano principi che in politica non si possono negoziare, se sei contro l’aborto o per il quoziente familiare e la libertà scolastica, se credi che la tua fede cristiana debba guidarti anche in politica verso scelte conseguenti e poco importa se in questo momento il consenso è grande o piccolo perché sei disposto anche a prendere zero voti piuttosto che ad arretrare dalla battaglia per aprire alle conseguenze della fede uno spazio politico, se sei tra coloro che domenica 25 settembre andrà a Messa, poi nel seggio c’è un unico voto possibile.

Molti però vi oppongono la questione del “voto utile”…

Sì, in tanti ci vengono a dire: “Siete certamente la lista migliore, coi valori più chiari e le proposte più nette che coincidono con quelle che vorrei veder realizzate, so bene che gli altri ciò che proponete voi non lo faranno mai, ma…”. Incagliati su quel “ma” partono una serie di astrusi calcoli matematici sul cosiddetto “voto utile”. Alla scuola di formazione politica che frequentavo da ragazzo si poneva in una delle primissime lezioni esattamente la questione sopra citata: qual è il modo corretto di esprimere il voto? Orientarsi verso chi ha più probabilità di vittoria? La risposta dei vari docenti universitari era sempre la stessa: il proprio singolo voto non cambia proprio nulla, il dato matematico è impietoso, il singolo voto non incide mai. Il voto è un atto di coscienza. Bisogna votare pensando che il proprio singolo voto sia l’unico che conti. Ho vissuto con questa lezione in testa e, in coscienza, l’unico voto possibile con queste premesse è da dare a Alternativa per l'Italia.


Il vostro simbolo sarà presente in tutta Italia?

Com’è noto, i piccoli partiti come il nostro hanno dovuto raccogliere decine di migliaia di firme in pieno agosto. Una vera missione impossibile. Alternativa per l’Italia sarà presente in moltissime regioni (ad eccezione di alcune come la Campania, dove la Corte d’Appello ci ha ricusato le liste per fantomatici vizi di forma), in particolare in 30 collegi alla Camera e in 35 al Senato per un totale di circa l’80% della popolazione chiamata al voto. Alle elezioni politiche del 2018, la soglia del 3% era fissata a quota 984.000 voti alla Camera e a quota 906.000 al Senato. Simone Di Stefano ed io prendemmo oltre mezzo milione di voti allora, alla prima esperienza alle elezioni politiche. Oggi siamo decisamente più noti e nel 2018 l’area che tendiamo a rappresentare aveva molteplici simboli sulla scheda, mentre il 25 settembre ce ne sarà solo uno, quello di Alternativa per l’Italia. In più secondo tutti i sondaggi l’affluenza calerà e dunque la soglia da toccare sarà tra ottocento e novecentomila voti. E’ un traguardo alla nostra portata? Credo di sì. Mi dispero se prendo il 2%? No, avremo costituito una realtà politica nazionale da cui nessuno potrà più prescindere in futuro

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