La Lega ritorna finalmente a Pontida, per il tradizionale raduno, dopo 3 anni di riposo, causa Covid. Per il senatore Matteo Salvini, segretario federale del Carroccio non sarà una Pontida come le altre: i sondaggi che attestano la Lega intorno al 12%,le fratture interne al partito, la guerra per la leadership del centro destra vinta, sondaggi alla mano, con distacco abissale, da Giorgia Meloni.
Tutto ciò poco importa ai militanti che da venerdì si muovono lungo il prato di Pontida per allestire il palco, i gazebo. A sovraintendere i lavori c'é Christian Invernizzi, parlamentare bergamasco, commissario del partito che precisa: é impensabile un oceano di gente come nel 2019 ( con 75 mila presenze secondo i dati forniti dalla Questura) sarebbe un successo raggiungere le 20 mila presenza, d'altronde la pandemia ha cambiato tutto.
Per Salvini il trentaquattresimo raduno potrebbe essere l'ultimo da leader. Snodo decisivo, senza ombra di dubbio, le elezioni politiche di domenica 25 settembre. I sondaggi danno la Lega in netto calo, anche nelle storiche roccaforti nordiste del partito.
Secondo molti leghisti lombardi, veneti, piemontesi, dentro e fuori dal partito, Salvini ha abbandonato il grande tema della questione settentrionale, le istanze federaliste, la difesa delle imprese e dell'industria del Nord preferendo l'ambizione personale con la creazione di un partito nazionale identitario e sovranista.
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