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martedì 13 settembre 2022

Igor Colombo: in Europa tira il vento liberal destraolo




di Igor Colombo



Che i percorsi democratici abbiano sempre bisogno di una patina rivoluzionaria quale specchietto per le allodole per i cittadini sempre più ingannati, è cosa che è evidente ormai da oltre un ventennio e non solo in Italia.
Le recenti elezioni avvenute in Svezia hanno visto un trionfo dei Democratici svedesi di Jimmie Akesson, alla guida del partito gemello di Fratelli d'Italia. Il suo pare sarà il primo partito all'interno della coalizione di centrodestra, come si prefigura da noi con Fdi di Giorgia Meloni.
La destra, definiamola cosi per semplificazione comunicativa, non governa in Svezia dal 1930 e questi risultati sono un dato importante su cui riflettere. I temi portati da Akesson? Neanche a dirlo: lotta all'immigrazione con volontà di averne una sempre regolare che paga le tasse ed altre tesi pseudo-sovraniste ma non quelle che davvero servirebbero ad una nazione prostrata a livello sociale ed etnico come la Svezia.
Per giungere a questo successo Akesson ha dovuto fare qualcosa in più della Meloni, come per esempio sostituire infatti il suo simbolo con un fiore giallo ed azzurro colori della bandiera svedese.
Per il resto il successo delle urne è stato determinato dalle seguenti posizioni assunte dalla destra nazionalista svedese: volontà di entrare nella Nato, aumento spese militari, politica pro-gender e posizioni favorevoli ai matrimoni omosessuali.
Tutte tematiche gradite all'establishment occidentale e per questo con vari meccanismi tellurici che si sviluppano soprattutto nella comunicazione di massa, i democratici di Svezia sono diventati il primo partito.
Unico punto che deve forse preoccupare la Meloni e che Akesson pur essendo primo partito a livello di consensi nella sua coalizione, difficilmente diventerà presidente del consiglio, ruolo che si vuole assegnare al moderato più di lui (si fa per dire) Ulf Kristersson.

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