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lunedì 26 settembre 2022

Elezioni politiche 2022. La sconfitta del politicamente corretto. L' analisi di Schiavone




di Raffaele Schiavone 

Alea iacta est. Da poche ore le elezioni politiche del 2022 hanno un chiaro vincitore: la coalizione di centrodestra. Chi all’interno della coalizione può ritenersi estremamente soddisfatta è Giorgia Meloni. La leader di FdI ottiene infatti un risultato del tutto ragguardevole con il 26% sia alla Camera che al Senato. L’abnegazione e la coerenza sono stati gli ingredienti principali adoperati dalla Meloni per presentare all’elettorato la sua ricetta politica; delude le aspettative e i sondaggi il risultato della Lega che non raggiunge la doppia cifra percentuale, fermandosi addirittura sotto il 9% sia alla Camera che al Senato. Molto probabilmente Matteo Salvini paga elettoralmente il sostegno al governo Draghi, l’aver votato Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica e l’essersi schierato apertamente per il Green Pass, salvo poi fare mea culpa sull’obbligo surrettizio pochi giorni fa durante un collegamento televisivo. Chi può sorridere è l’eterno cavaliere azzurro della politica italiana, Silvio Berlusconi. L’ex premier con la sua Forza Italia nonostante gli affanni di questi anni e la perdita di appeal porta a casa un risultato simile e di poco inferiore a quello della Lega e al medesimo tempo Berlusconi vince una personale sfida sul duo irriverente Gianni e Pinotto (Renzi & Calenda), i quali come obbiettivo avevano il sorpasso percentuale su FI per poi lanciare una vera e propria opa su quest’ultima per “gestire” i moderati e i liberali italiani. Il M5S contro ogni aspettativa regge l’onda d’urto della delusione degli attivisti “grillini duri e puri” della prima ora. Giuseppe Conte ha condotto una buona campagna elettorale ed ha fagocitato diversi voti che dovevano andare al PD. Ovviamente il M5S non è quello di cinque anni fa che da (presunto) movimento antisistema raccolse oltre il 30%, l’attuale 15% certifica il nuovo corso progressista di centrosinistra del M5S come terza forza politica. Il PD, dopo una pessima campagna elettorale incentrata esclusivamente sul (falso) pericolo dell’autoritarismo della destra italiana, è al 19%. Enrico Letta, verrà “deposto” nelle prossime settimane dai suoi stessi che fino ieri si dichiaravano lettiani di ferro senza se e senza ma. Oramai è un copione già visto e rivisto nelle sale del Nazareno. Per il PD può così -finalmente- iniziare un lungo periodo di opposizione e di disintossicazione dalla brama del potere a tutti i costi. Gli illustri sconfitti di questa tornata elettorale sono +Europa della Bonino e Impegno Civico, il partitino mai nato del tutto dell’ormai ex ministro Di Maio e della vecchia mummia politica il democristiano Bruno Tabacci. Per la storica radicale ed ex sodale del fu Marco Pannella si tratta di una sconfitta del tutto inaspettata in quanto +Europa si autodefiniva con orgoglio l’unico partito dei giovani che salvaguardia i diritti civili e sociali come la legalizzazione della cannabis, il riconoscimento del matrimonio egualitario tra sodomiti, la legalizzazione dell’eutanasia e l’estensione dell’aborto. Evidentemente il popolo italiano si dimostra più sano di come molti media stranieri e non, vogliono far apparire. Mentre la definitiva fine politica di Luigi Di Maio sottolinea che la fortuna è cieca oltre a essere irripetibile; ragion per cui non bisogna mai troppo tirare la corda perché basta un niente per ritrovarsi dalle (5)stelle alle stalle. Il troppo stroppia recita la saggezza popolare che non sbaglia, Giggino da Pomigliano d’Arco inebriato dal momentaneo potere ha cercato di strafare in maniera sconsiderata, arrivando addirittura a smentire più volte se stesso, prima come uomo e poi come politico, su varie tematiche ed è stato -giustamente- punito dagli elettori. Chimasi legge del contrappasso.

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