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giovedì 14 luglio 2022

Simone Di Stefano(Exit): perché è urgente unire le opposizioni in vista del 2023



Non bisogna girarci troppo intorno, io so quello che sapete tutti voi. Ovvero che se tutti i movimenti di opposizione che in questo momento si trovano fuori dalle logiche di centrodestra e centrosinistra trovassero la quadra per formare una coalizione unitaria, avremmo la straordinaria possibilità di infilare due enormi spine nel fianco al sistema: una al futuro Governo Draghi bis (o comunque tecnico) che già si prospetta all’orizzonte, definito come inevitabile, auspicato come salvifico, strombazzato da tutti i media, imposto da tutte le organizzazioni sovranazioniali che ormai si sono appropriate dello Stato, e una spina alla Globalizzazione, quel rullo compressore che sta schiacciando, cancellando e livellando le identità, i popoli, i lavoratori, le imprese, sta spezzando le famiglie, sta soffocando la cultura, l’arte, sta cercando di annichilire l’umano per tramutarlo in un codice binario da accendere o spegnere alla bisogna.
Davvero, dopo quanto abbiamo subito in questi anni, non riusciamo a trovare la forza per fare un semplice passo l’uno verso l’altro? Dopo che abbiamo visto con i nostri occhi cosa è in grado di realizzare il combinato disposto fra la propaganda, la tecnologia del controllo, e la meschinità umana insita
purtroppo in ognuno di noi, ma soprattutto nei delatori, nei segnalatori di assembramenti, negli zelanti esecutori di ogni dannata minima regola imposta arbitrariamente da organismi di “tecnici” e senza alcun mandato popolare? Dopo aver visto le persecuzioni, il coprifuoco, la persone escluse dai mezzi pubblici, gli anziani sequestrati morire da soli in ospedale, i lavoratori sospesi senza stipendio, i milioni di italiani obbligati sotto ricatto, ripeto sotto ricatto, a vaccinarsi con un prodotto che speriamo sia stato solo inutile, ma che purtroppo sta rivelandosi addirittura dannoso e dagli effetti avversi ignoti?
Siamo già, tutti insieme, in una parte precisa del campo! E l’avversario che abbiamo di fronte non si pone certo i nostri problemi. Il suo campo è largo, vasto, vastissimo: ha una destra una sinistra e un centro, un alto e un basso, ha esponenti di diverse culture, di diverse religioni, di diverso sentimento. I mezzi a loro disposizione sono enormi. Non si fanno problemi, sono uniti e vanno dritti spediti in un’unica direzione: quella opposta alla nostra.
Mentre noi, noi non riusciamo nemmeno a parlarci. I movimenti e i personaggi di opposizione sono tanti e TUTTI pieni di buone idee, ma non comunichiamo, ci guardiamo in cagnesco come se dovessimo contenderci un osso di prosciutto, quando invece in gioco c’è la libertà nostra e dei nostri figli, il futuro della nostra nazione e probabilmente il futuro stesso della condizione umana.
Per quanto mi riguarda, ho già cercato alcuni contatti per ragionare su un fronte elettorale unitario per il 2023 e ricevuto risposte fredde, senza entusiasmo, con tanti sofisticati e motivati “distinguo”. E non stiamo parlando badate bene di fondere i movimenti politici e le associazioni, ma semplicemente di costituire una coalizione unita, fosse anche da un solo
semplice punto in comune: scongiurare un nuovo governo tecnico agli ordini di strutture sovranazionali! Un Draghi bis, un Governo Colao, o qualsiasi altro droide protocollare metteranno su quella sedia per continuare e finire il lavoro del precedente.
Bene, il momento delle consultazioni private, delle chiacchiere in punta di fioretto per capire cosa fa tizio e cosa fa caio, almeno per me sono finite. Sulla mia stessa lunghezza d’onda al momento ho trovato Mario Adinolfi. Mario è un uomo determinato e coraggioso, che quasi quotidianamente va a farsi processare nei salotti buoni degli illuminati globalisti. Ho percepito il suo entusiasmo e la sua determinazione proprio sul tema che ci deve unire: opporci a qualsiasi ipotesi di Governo tecnico, opporci a qualsiasi ipotesi di obbligo vaccinale, opporci a qualsiasi sistema di controllo digitale che opprima la nostra libertà e ci obblighi a sottometterci al pensiero unico.
Su alcuni temi siamo distanti, e altri vorremmo risolverli insieme, ma da due percorsi diversi. Ora però, tutte le diversità passano in secondo piano, perché è il momento di costruire una coalizione che non faccia disperdere la rabbia di milioni di italiani nell’astensionismo sterile, ma che la tramuti in una proposta politica concreta di reazione che vada ad infilare profondamente quelle due spine nei fianchi del Drago.
La costruiremo questa Alternativa per l’Italia, col dialogo e con la pazienza, che spero coinvolga tutti quelli che si trovano nella parte opposta del campo globalista. Senza pregiudizi, troviamo il comune denominatore, nel rispetto delle identità dei rispettivi movimenti certo, ma agiamo adesso, perché il momento è storico e la posta in gioco è tutta sul piatto. E sappiamo bene tutti, che andare divisi ci porterà alla sconfitta.

Simone Di Stefano
Exit


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