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sabato 16 luglio 2022

Caro Toti l’Italia non ha bisogno di un grande centro “acchiappatutto” ma di una Buona Destra. L'analisi di Mensi




Sabato scorso il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha lanciato a Roma la convention del suo partito che in tre anni ha cambiato nome per la terza volta: dopo “Cambiamo” e “Coraggio Italia”, ecco infatti “Italia al Centro”, che ambisce a creare un grande centro che possa contendere durante le prossime elezioni politiche il voto moderato alla “destra” e alla “sinistra” .
 Hanno partecipato il sindaco di Genova Marco Bucci, Carlo Calenda, leader di Azione, Ettore Rosato per Italia Viva e, a sorpresa, la ministra Maria Stella Gelmini in polemica con il leader di Forza Italia.
E proprio Silvio Berlusconi ha attaccato il suo ex consigliere particolare sostenendo che il Centro è solo Forza Italia e che non c’è spazio per nessun altro.
Tutte polemiche sterili che non fanno bene al Paese e che nascondono semplicemente rivalità personali fra “troppi generali” che hanno a disposizione “un numero limitato di truppe” .
Toti ha attaccato indirettamente le forze sovraniste sostenendo la necessità di integrare gli extracomunitari attraverso l’approvazione dello “ius scholae”, un provvedimento da lui ritenuto giusto e “sacrosanto” in polemica aperta con Salvini e Meloni.
Il Governatore della Liguria sta cercando di aggregare tutti quei “partitini” di idee liberali che si collocano tra la Destra e la Sinistra per creare un’alternativa credibile quando si tornerà al voto.
Ma siamo davvero sicuri che il nostro Paese abbia bisogno di un grande centro ? E perché collocare al centro una formazione politica che persegue idee liberiste in economia ma che contemporaneamente è pronta a sostenere i diritti civili di extracomunitari e omosessuali, non sarebbe più corretto chiamarla destra, una “Buona Destra” finalmente, quella di cui si sente veramente la mancanza in Italia .
Purtroppo l’opinione pubblica tende ancora ad identificare la destra con quelle forze che si richiamano all’esperienza fascista e che propugnano politiche xenofobe, conservatrici e contrarie ad una Europa unita quando invece dobbiamo superare questo pregiudizio ancora radicato in troppe persone.
Il fatto che Toti parli di un grande “Centro” e non di una destra moderna è senza dubbio frutto di questo pregiudizio che non consente ancora oggi di identificare la “destra” con una esperienza politica inclusiva e di ampio respiro che riconosca nella tutela della legalità e dei diritti civili la sua parola d’ordine.

Dobbiamo quindi guardare all’esperienza di partiti come “Futuro e Libertà per l’Italia” in passato e la “Buona Destra” di Filippo Rossi oggi che hanno cercato e cercano di sfatare questo tabù, per rompere un “impasse” che non porta nulla di buono al nostro Paese come scrive Marco Mensi sulle pagine virtuali di www.buonadestra.it in un interessante articolo che potete leggere integralmente cliccando qui 

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