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domenica 8 maggio 2022

Rieti, il sindaco Cicchetti riesuma lo slogan Boia chi molla ma precisa: mi riferisco a Reggio Calabria non al fascismo



Ma quale fascismo, io citando il motto "Boia chi molla", mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970, io sono nato nel 1952, non c'entro nulla con il fascismo".
Lo afferma Antonio Cicchetti, di Forza Italia, sindaco uscente di Rieti, finito nella bufera per le sue parole in campagna elettorale, dove sostiene ora Daniele Sinibaldi candidati di Fratelli d'Italia . Nel corso di un comizio, il cui video sta facendo il giro del web, Cicchetti, tre volte cittadino primo di Rieti, ex dirigente del Fronte della gioventù e poi militante del Msi, ha scandito parole queste dal palco: "Dobbiamo andare avanti col grido di battaglia che è sempre il solito: 'Boia chi molla'". 
Parole subito contestate da Emanuele Fiano del Pd, e dal presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni.
 "Fiano? - dice Cicchetti - Lui ha coda di paglia lunga un km, è l'unico di cui non mi interessa affatto il giudizio, come anche di Perantoni, che non so neanche chi sia". Poi Cicchetti rivendica il suo essere politicamente scorretto: "Sì, lo sono, e guardi potrei pure ricandidarmi per la quarta volta e non lo faccio...".
"Ripeto, precisa Cicchetti,  il mio era solo un invito a non mollare in campagna elettorale, un insegnamento ai giovani, a non sentirsi sicuri della vittoria, a non trascurare la campagna elettorale, nulla più". Così conclude: "Ma quale fascismo, io non sono neanche di Fratelli d' Italia io sono di Forza Italia …

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