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domenica 27 febbraio 2022

Onore ai giovani ucraini baluardi delle libertà. L'analisi di Raffaele Schiavone


Anche nell'area sovranista, sicuramente per quanto concerne i lettori di questo blog, lo scoppio della guerra in Ucraina ha generato divisioni e contrapposizioni tra chi si è schierato con l'Ucraina e chi invece parteggia per la Russai di Vladimir  Putin.  Sull'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo ricevuto un articolo del collega Raffaele Schiavone, collaboratore de La Voce del Patriota e di Magnete, giornali online vicini a Fratelli d'Italia pro Ucraina, che pubblico volentieri. 


Il conflitto bellico in pieno stile novecentesco nel 2022 sembrava un lontano ricordo usufruibile mediante i libri storia, i manuali di storia militare e ovviamente i documentari, invece da pochi giorni a questa parte abbiamo riscoperto il terrore e la ferocia dello scontro armato tra la Russia di Vladimir Putin (sempre più Zar 2.0) e la fiera ed orgogliosa Ucraina che reclama a gran voce la sua libertà ed autonomia, strizzando l’occhio all’occidente europeo.


Nel corso della storia i rapporti tra Russia e Ucraina non sono mai stati del tutto idilliaci pur avendo vari mos maiorum in comune tra loro, soprattutto la parte orientale dell’Ucraina. Con l’avvento della nascita dell’URSS l’Ucraina venne letteralmente presa di mira e assoggettata da Iosif Stalin per assecondare il fabbisogno di grano e derivati che nell’Unione Sovietica erano solito scarseggiare (specialmente per una questione climatica). Nonostante ciò, diversi grandi protagonisti della Russia moderna e contemporanea erano originari dell’Ucraina, come ad esempio: il celebre drammaturgo Nikolaj Gogol’, il rivoluzionario e fondatore dell‘armata rossa Lev Trockij, il segretario del PCUS e guida suprema dell’Unione Sovietica dal 1964 al 1984 Leoníd Bréžnev, l’elenco sarebbe ancora lungo in quanto per i russi L’Ucraina è da sempre considerata il territorio dei cosacchi alleati e amici della popolazione russa.


Ovviamente tutte queste assonanze e corrispondenze pseudo-amorose tra i due popoli non giustificano affatto i soprusi e le angherie belliche della Russia, la quale mostra con prepotenza mista a vigliaccheria i suoi muscoli d’acciaio inox violando i sacri confini di un’altra nazione a scapito di quelli che in teoria, nel 2022 dovrebbero essere i protagonisti principali delle situazioni critiche e nefaste, ossia la diplomazia e l’arte del mediare per giungere poi ad un compromesso risolutivo senza spargimento di sangue.


Da innamorato della mia nazione provo ad immedesimarmi nei miei coetanei ucraini, i quali cercano strenuamente e indefessamente di resistere -aderendo a milizie paramilitari- alle forze militari russe che inesorabilmente avanzano, anche a costo di sacrificare la loro vita. La loro azione di guerriglia, che rappresenta il grido della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli, mi ricorda “quei ragazzi di Buda” protagonisti assoluti della rivoluzione ungherese del 1956, spesso dimenticati in modo particolare dall’intellighenzia, tanto che nel decennale il famoso sceneggiatore televisivo Pier Francesco Pingitore scrisse: “Avanti ragazzi di Buda” (musica di Dimitri Gribanowski) divenuta immediatamente la canzone anticomunista per eccellenza, contro ogni illibertà. Riporto qui alcune strofe significative e attuali :


“…Sei giorni, sei notti di gloria

durò questa nostra vittoria;

al settimo sono arrivati

i russi con i carri armati.



I carri ci schiaccian le ossa,

nessuno ci viene in aiuto.

Sull’orlo della nostra fossa

il mondo è rimasto seduto.



Ragazza non dire a mia madre

che io morirò questa sera;

ma dille che vado in montagna

a che tornerò in primavera…”



Ai ragazzi ucraini giunge la mia più grande ammirazione e rispetto.


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