Ma chi ha militato nel Msi deve vergognarsi anche lui della propria storia? Il dibattito a cui sta soggiacendo la destra italiana rischia di fare davvero male a molti di noi. E non pensavamo di meritarcelo.
L’antifascismo, oggi, è benzina per la macchina della sinistra per non fermarsi in panne. Al distributore non possiamo starci noi, però.
Quella storia del Msi
Perché il giorno in ciò si farà abiura definitiva sul giudizio storico del Fascismo – come se fosse un dovere pensarla come loro – passeranno oltre. E ci rinfacceranno il Msi. “I neofascisti!”, strilleranno. “Almirante!”, urleranno. E noi che dovremo fare, accucciarci?
A Fratelli d’Italia chiederanno – anzi già chiedono – di gettare via la Fiamma. Poi, come illumina Guido Crosetto con le sue castronerie su Twitter, ci spiega – “anche se io non faccio politica”, giura con un filino di ipocrisia tanto al chilo – che siccome la destra è bollata come “sovranista e populista”, bisogna gettare pure il bollo.
Sovranismo non è una bestemmia
Non mi era mai capitato di sentire apostrofare come una bestemmia il sovranismo da uno dei “nostri”. È un memo che può servire a quanti dal Movimento nazionale per la sovranità affluirono in Fdi. A meno che Crosetto non conti davvero nulla nel partito di Giorgia Meloni.
Perdonatemi se insinuo qualche dubbio, che sta innanzitutto dentro di me. Ma possibile che non si sappia reagire persino a quegli “alleati” senza più voti? “Forza Italia deve distinguersi dai sovranisti”, dicono a pieni polmoni. Come se si trattasse di pericolosi untori più infettanti del Covid.
Si continui pure così, scrive il collega Francesco Storace su 7 colli a farsi del male da soli. La battaglia per la sovranità nazionale – e non solo – deve essere un punto fermo degli uomini liberi, altro che chiacchiere. E non può essere la sinistra a decidere che cosa si possa essere a destra.
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