Il problema" della destra a fari i conti con il proprio passato "è evidente, si è sempre trovato il modo di rinviare il momento in cui affrontarlo. Nella nostra Costituzione c’è una condanna di tutti i rigurgiti neofascisti, ma la messa in atto di questo principio non c’è mai stata, almeno non come in Germania".
Lo dice Romano Prodi, intervistato da La Stampa che precisa: magari, a livello giuridico, ci possono essere dei distinguo, ma la sostanza è quella: un’eredità formale che rende difficile prendere provvedimenti". Anche formalmente ci sono riferimenti al fascismo, nei simboli, quindi il problema esiste. Poi va detto che la nostra destra, a Bruxelles, si è alleata con le forze antieuropee. Seguo con interesse, insiste Prodi, però, la dialettica nata all’interno della Lega e spero possa dare i suoi frutti in futuro. Ricordo che anche Forza Italia nacque molto scettica sull’Europa e poi ha fatto una sua evoluzione", aggiunge l’ex presidente della commissione europea. Poi sugli scontri di Roma, Prodi cosi conclude: "ho pensato a Washington e all’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. C’è un malessere che non è solo italiano. Quella violenza non mi ha stupito, ma mi ha angosciato: è assolutamente inaccettabile".
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