Venti di tempesta, come racconta il collega Filippo Tosatto su Il Mattino di Padova, agitano la Lega in Veneto, sul versante cruciale dei congressi, meglio, della riattivazione della dialettica interna in una forza politica autonomista per vocazione eppure avvezza alle regole del “centralismo democratico” di leninista memoria: libera discussione tra le quattro mura della sezione, coinvolgimento dei militanti nel processo decisionale, rispetto della gerarchia e (pena “processo” e cacciata) rigida disciplina all’esterno. Un modello fondato sulla militanza - l’autentico valore aggiunto in tempi di partiti di plastica e comitati di notabili - che ha retto nelle fasi critiche, consentendo al leghismo il radicamento sul territorio, la vorticosa crescita elettorale e la selezione di un ceto ammimistrativo capace di esprimere un gruppo dirigente.
Nessun commento:
Posta un commento