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giovedì 14 ottobre 2021

Il saluto romano per la Cassazione non è reato "in contesto commemorativo": assolti 4 militanti di Lealtà Azione



Con un annullamento senza rinvio ieri la Corte di Cassazione Sezione I Penale ha assolto per insussistenza del fatto quattro esponenti dell'Associazione Culturale Lealtà Azione per il reato di cui all'articolo 2 della Legge Mancino (manifestazioni usuali di gruppi razzisti).
Gli imputati - tra i quali il presidente dell'Associazione Stefano Del Miglio e Fausto Marchetti - erano stati portati a giudizio per avere esibito il saluto romano nel rito del "Presente" il 25 aprile 2016 al Campo X del cimitero di Milano, dove di trovano sepolti i Caduti della Repubblica Sociale Italiana.
In primo grado il Tribunale di Milano aveva pronunciato sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto, ma a seguito di appello del Pubblico Ministero Piero Basilone la Corte d'appello condannava gli imputati, sostenendo l' equivalenza tra il saluto romano e la manifestazione razzista, non rilevando il contesto commemorativo dei defunti.
Il verdetto della Suprema Corte - al di là delle questioni giuridiche sulle quali si attende il deposito della motivazioni - dimostra ancora una volta l'infondatezza di accuse di razzismo e apologia del fascismo più volte rilanciate dalla stampa, dalla politica e dal giornalismo di sinistra per delegittimare l'Associazione.
In un clima generale di "caccia alle streghe" la sentenza di ieri ricorda che la Repubblica Italiana è uno Stato di diritto nel quale la libertà di manifestazione del pensiero garantita dalla Costituzione non è un principio che può essere stravolto da artifizi che nulla c'entrano con la legge ma che appaiono strumentali a pressioni politiche.

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