Niente riforma proporzionale
Si vedrà . L’altro elemento è l’accordo sul rigetto di una riforma elettorale proporzionale. I tre leader del centrodestra vogliono andare al voto con l’attuale sistema oppure con un sistema sempre maggioritario, anzi più maggioritario, ma senza collegi uninominali. Quest’ultimo è il sistema su cui stanno lavorando Dario Parrini per il Pd e Roberto Calderoli per la Lega.
Il vincolo del Rosatellum
Si dice che Berlusconi sia affezionato al bipolarismo e quindi a sistemi elettorali maggioritari. Non è vero. Berlusconi è un opportunista. Il suo partito è un paradosso. Uno dei tanti della politica italiana. È il più piccolo dei tre ma il suo pacchetto di voti ha una utilità marginale elevata. Senza Forza Italia con il suo minuscolo 7% Salvini e Meloni non possono vincere le prossime elezioni. La tabella qui pubblicata fa vedere perché. Ricordiamo che il Rosatellum prevede l’assegnazione del 63% di seggi con formula proporzionale e il restante 37% in collegi uninominali con la formula della maggioranza relativa. Dunque, se nel 2023 si andasse a votare con il Rosatellum, cosa probabile, Lega e Fdi con il loro 40% dei voti otterrebbero circa il 40% dei seggi proporzionali ma avrebbero bisogno di vincere il 70% dei collegi uninominali alla Camera per arrivare alla maggioranza assoluta dei seggi (201). Questo non è un obiettivo alla loro portata.
Con Berlusconi, a Lega e FdI basterebbe il 60% dei collegi
Se invece Berlusconi si presentasse alle prossime elezioni insieme a Salvini e Meloni la tabella ci dice che con il 47% dei voti basterebbe meno del 60% dei seggi maggioritari per arrivare alla maggioranza assoluta. E questo è un obiettivo credibile se i sondaggi di domani confermassero i dati dei sondaggi di oggi che danno il centrodestra unito per l’appunto al 47% circa come scrive il collega Roberto D'Alimonte in un interessante articolo pubblicato su Il Sole 24 ore che potete leggere integralmente cliccando qui
Con Berlusconi, a Lega e FdI basterebbe il 60% dei collegi
Se invece Berlusconi si presentasse alle prossime elezioni insieme a Salvini e Meloni la tabella ci dice che con il 47% dei voti basterebbe meno del 60% dei seggi maggioritari per arrivare alla maggioranza assoluta. E questo è un obiettivo credibile se i sondaggi di domani confermassero i dati dei sondaggi di oggi che danno il centrodestra unito per l’appunto al 47% circa come scrive il collega Roberto D'Alimonte in un interessante articolo pubblicato su Il Sole 24 ore che potete leggere integralmente cliccando qui
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