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giovedì 23 settembre 2021

Amministrative/ In Campania il centrosinistra (con o senza M5S) resta il favorito. L'analisi di Clemente Ultimo



 Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente”. Se riferita alla situazione politica campana alla vigilia delle elezioni amministrative, solo la prima parte della celebre affermazione di Mao corrisponde a realtà, in particolare se si guarda in direzione del centrodestra, soprattutto in quel di Napoli. Nel capoluogo regionale particolarmente travagliato – come ormai da consolidata tradizione nazionale – è stato il percorso che ha portato il centrodestra ad individuare il suo candidato sindaco: il magistrato Catello Maresca. Nome divisivo, considerata la sua appartenenza alla corrente di sinistra della magistratura, nonché particolarmente inviso ad ampi settori della destra napoletana: Maresca, infatti, in veste di pubblico ministero ha rappresentato l’accusa nel maxi processo a carico degli esponenti partenopei di Casapound, giudizio conclusosi nel 2019 con 35 assoluzioni.

Superato questo primo scoglio, la candidatura di Maresca ha dovuto fare i conti con un evidente deficit di competenza e capacità della macchina organizzativa del centrodestra napoletano: ben tre formazioni sono state escluse dalla competizione elettorale per vizi nella documentazione presentata (o, in qualche caso, per aver presentato documentazione incompleta). Oltre due civiche, fuori è finita anche la lista “Prima Napoli”, sigla con cui la Lega ha deciso di prendere parte a questa tornata elettorale in Campania (declinandola, ovviamente, in “Prima Salerno”, “Prima Caserta”, Prima Benevento”). Una débacle clamorosa, che complica notevolmente la vita al candidato Maresca. A questo non certo brillante risultato si è aggiunto anche il disastro rimediato da Fratelli d’Italia nelle municipalità: otto liste su dieci sono state escluse. Frutto avvelenato delle tensioni presenti all’interno del partito napoletano, sfociate anche in una plateale rissa.

A “certificare” lo stato di profonda sofferenza del centrodestra napoletano ci sono, poi, due recenti prese di posizione: Giuliano Urbani, cofondatore di Forza Italia e ministro del primo esecutivo Berlusconi, ha dichiarato dalle colonne de Il Mattino il suo voto in favore di Antonio Bassolino (in corsa con un’aggregazione civica distinta e distante dall’alleanza Pd – M5S); un’apertura di credito nei confronti dell’ex governatore campano è arrivata anche da Amedeo Laboccetta, storico esponente della destra partenopea. Tanto Urbani quanto Laboccetta hanno sottolineato come Bassolino “sia l’unico a far politica”, modo elegante per evidenziare – a loro giudizio – l’inerzia e l’incapacità di radicamento territoriale del centrodestra, oltre che – naturalmente – la realtà verticistica del Pd e del M5S come ci racconta il collega Clemente Ultimo dalle pagini virtuali di destra.it.

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